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Torture ai minori nel carcere Beccaria di Milano, 13 agenti in carcere e 8 sospesi. Un 16enne fu violentato

di Giorgio Brescia -


Sulle torture denunciate nel carcere minorile Beccaria di Milano, c’è una svolta. La Polizia di Stato e il Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, stanno eseguendo, dalle prime ore della mattina, un’ordinanza emessa su richiesta dei pubblici ministeri del V Dipartimento, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di tredici agenti della Polizia Penitenziaria, dodici dei quali tuttora in servizio presso l’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano, nonché la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori otto dipendenti dello stesso corpo di polizia, anch’essi tutti in servizio, all’epoca dei fatti, presso la medesima struttura detentiva per minori.

I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica e positivamente vagliati dal Gip in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto.

L’indagine, partita da alcune segnalazioni, pervenute all’Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all’istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti.

Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.

Nel giugno scorso, il ministro Carlo Nordio, intervenendo alla Camera, aveva detto: “Sappiamo che la situazione nel carcere minorile Beccaria è particolarmente critica. La nostra attenzione su questo settore, soprattutto in quello minorile, è massima; naturalmente abbiamo a che fare con quelle che sono le limitazioni della nostre risorse ed è inutile che spieghi quanto queste siano limitate”. L’occasione, un question time in cui aveva precisato: “Per quanto riguarda il corpo di polizia penitenziaria, l’organico dell’istituto è stato determinato in 71 unità; 71 unità di polizia giudiziaria a fronte della presenza di 38 detenuti, significa un rapporto particolarmente significativo, di 1,87. Ciononostante, le criticità rimangono”.

A porre la questione in Aula era stato il senatore del Pd Alfredo Bazoli, chiedendo “quali iniziative necessarie e urgenti il ministro della Giustizia intende intraprendere per stabilizzare la direzione e porre fine alle numerose criticità denunciate pubblicamente e a più riprese dal Garante dei detenuti dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano“.

AGGIORNAMENTO

C’è anche l’episodio che ha visto come vittima un sedicenne torturato e violentato in cella al Beccaria, l’arresto dei tre giovani presunti responsabili ebbe grande risalto sulla stampa nel dicembre del 2022, nell’indagine, coordinata dalla Procura di Milano, che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 persone: 13 agenti della polizia penitenziaria ancora in servizio presso la struttura minorile e altri otto agenti che lavorano in altri carceri accusati, a vario titolo, di maltrattamenti aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura aggravata (anche mediante omissione), concorso nel reato di lesioni aggravate e falso ideologico e infine una tentata violenza sessuale a opera di un agente nei confronti di un detenuto.

Nell’agosto del 2022, secondo quanto ricostruito nelle indagini, il trio di compagni di cella, capitanato da un trapper appena maggiorenne, avrebbe approfittato del cambio di turno degli agenti per sorprendere nel sonno la vittima, legarlo con i polsi alla finestra del bagno, violentarlo con oggetti, spegnergli una sigaretta sulla faccia e sul braccio, prenderlo a calci e gettargli addosso acqua bollente. Il periodo preso in esame dall’indagine riguarda anche l’evasione, avvenuto nel Natale del 2022, di sette minorenni.

Ripetuti e più volte denunciati, gli episodi di violenza. Alcune psicologhe, ma anche madri ed ex giovani dietro le sbarre, oltre che al garante milanese dei detenuti. E’ lunga la vista di chi si è rivolto alle istituzioni per fermare le presunte torture nel carcere minorile Beccaria, torture che avrebbe visto protagonisti anche alcuni agenti della polizia penitenziaria. L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano Stefania Donadeo su richiesta della pm Rosaria Stagnaro, ricostruisce in 130 pagine i fatti che, a partire dal 2022, ha portato all’esecuzione di 21 misure (13 agenti arrestati e 8 sospesi) accusate a vario titolo, di maltrattamenti aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere, tortura aggravata (anche mediante omissione), lesioni aggravate e falso ideologico e infine una tentata violenza sessuale a opera di un agente nei confronti di un detenuto.

“Una conferenza che non avremmo voluto tenere: è una vicenda dolorosa, una brutta pagina delle istituzioni”. Così ha esordito il procuratore di Milano Marcello Viola nella conferenza stampa sull’operazione che ha portato all’arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria. Da Viola, ricordata la “massima collaborazione” della Polizia penitenziaria e del Dap, “per assicurare il rispetto della legge. Non ci piace quello che è stato accertato, ma è interesse dello Stato fare luce su questi fatti che creano desolazione e sconforto perché commessi nell’ambito carcerario che vive un momento di difficoltà come dimostrano i suicidi e il sovraffollamento” aggiunge.

“Il carcere è un luogo di sofferenza e va fatto di tutto perché questa condizione non venga aggravata, soprattutto nel caso di minori. Bisogna interrogarsi su cosa è successo, delle drammatiche condizioni della polizia penitenziaria che è intervenuta su singoli e limitati episodi” ha concluso il procuratore Viola.

Nell’ordinanza, il racconto di giovani detenuti ammanettati e picchiati con bastoni, la ricostruzione di pestaggi di gruppo, con colpi assestati sul corpo per non rendere visibili i lividi.

Dodici – stando ai fatti alla fine oggetto dell’azione giuidiziaria fin qui svolta – le presunte vittime dei pestaggi all’interno del Beccaria. Pestaggi che, secondo quanto ricostruito in conferenza stampa in procura, avvenivano in un ufficio specifico. Poi, per la necessità di lavori di ristrutturazione, in “altre celle definite dai giovani detenuti celle di isolamento, naturalmente prive di telecamere”, hanno spiegato i pm Cecilia Vassena e Rosaria Stagnaro.


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