Politica

Toto-Draghi in Europa, Meloni: “Nome autorevole, ma è filosofia”

di Flavia Romani -


Mario Draghi ai vertici dell’Europa, per ora è mera “filosofia”: a dirlo è la premier Meloni e lo ha fatto lasciando l’Europa Building dopo un Consiglio europeo che si è protratto ben oltre ogni più fosca aspettativa. La presidente del Consiglio si è fermata per un punto stampa alla lanterna, rispondendo a ogni singola domanda – tra cui i vari temi di aborto e par condicio – e anche su Draghi, tema su cui lascia intendere che è stata la stampa ad aver ‘ricamato’.

“Io sono contenta che si parli di un italiano ma questo dibattito è filosofia” ha detto. “La tendenza di decidere prima che i cittadini votano non mi troverà mai d’accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito”. 

E incalza: “Questo dibattito è buono per i titoli dei giornali e fare campagna elettorale ma non è così che funziona. Questa tendenza a tentare di decidere chi fa cosa prima che i cittadini votino è una tendenza sulla quale non mi troverete mai”.

Draghi sì, Draghi no, Draghi forse. In ogni caso è comunque un’Europa “diversa” quella che la premier italiana vede dopo il voto, “capace di rispondere alle grandi sfide” che l’attendono. “L’Ue? – ha dichiarato – Spero che a giugno sia diversa”. Perché un cambio di passo va impresso, e il rapporto di Enrico Letta – su cui oggi si sono ‘accapigliati’ i leader – e il cambiamento “radicale” chiesto da Draghi dimostrano, rimarca, che le critiche mosse in passato da chi certo non vantava l’etichetta dell’europeista convinto un fondamento l’avevano: “Fino a ieri ci dicevano che andava tutto bene – rivendica Meloni, ricordando il ‘pedigree’ di Letta e Draghi – oggi fanno i conti con il fatto che le priorità sono altre”.


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