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Economia

Il tramonto del green

S'è svegliata l'Ue: servono più auto e case (normali), stop al ban per il motore termico e sarà più facile costruire

di Giovanni Vasso -


Quello che si è consumato ieri a Bruxelles è il tramonto del green. Il crepuscolo degli dèi degli ambientalisti, la fine della retorica conservativa in materia urbanistica ed edilizia, la conclusione della guerra ideologica all’automotive. Ammesso, e non concesso, che basteranno gli arzigogoli partoriti, al solito in pompa magna, dalla Commissione per salvare il salvabile.

Case e auto: il tramonto del green

Ieri è stato presentato il nuovo piano casa dell’Ue. Che fissa in alto l’asticella: servono (almeno) 650mila unità immobiliari in più all’anno, oltre agli 1,6 milioni di oggi. E serve pure, se non soprattutto, che siano messe sul mercato a prezzi accessibili. “Un milione di europei è senza casa”, ha detto il commissario danese Dan Jorgensen. Sul piatto, per cambiare le cose, dovranno finirci investimenti per 153 miliardi di euro l’anno. La retorica del “sacco”, quella che trasforma ogni iniziativa economica in un attentato all’ambiente e a quanto c’è di più caro ai cuori verdi, ha presentato un conto salatissimo.

I costi della retorica

Che è pari, in tutta Europa, a un aumento medio dei prezzi delle case stimato in oltre il 60 per cento. A cui si accompagna la crescita dei canoni di locazione che, secondo i dati citati dalla Commissione, sono aumentati del 20 per cento. L’esecutivo Ue, pertanto, ha deciso di allentare i cordoni della borsa e di essere un po’ meno fiscale sul tema degli aiuti di Stato. E di voler avviare un dialogo con gli Stati membri, le regioni, gli enti locali per “semplificare le norme e le procedure che limitano l’offerta di alloggi, con particolare attenzione alla pianificazione e alle autorizzazioni”.

Euroburocrati vs Tar?

Sarà un bello scontro, in Italia. Da noi, gli euroburocrati brussellesi, esperti tessitori di ogni trama, troveranno pane per i loro denti: i giudici di ogni tribunale amministrativo regionale del Regno, e le toghe delle altre millemila giurisdizioni. E, con loro, le decine (anzi centinaia) di comitati civici locali a difesa di ogni albero, fringuello, rivolo d’acqua. Sarà una grande sfida. L’importante è pensare positivo. Come fanno, appunto, i costruttori di Ance. Che brindano al cambio di passo deciso da Bruxelles: “Siamo soddisfatti dell’impostazione che l’Europa sta dando per rispondere all’emergenza casa che come Ance denunciamo da tempo”, ha dichiarato la presidente Federica Brancaccio. Che ha aggiunto: “I quattro pilastri individuati dalla Ue per il piano casa rispondono alle proposte da noi avanzate: un approccio multilivello che riguarda riforme, strumenti finanziari, leva fiscale e semplificazione dei processi. Speriamo ora che tutto questo si trasformi presto in soluzioni concrete per i cittadini”.

Stop al ban sul termico nel 2035

Il tramonto del green, però, è ancora più plastico nel nuovo pacchetto per l’auto che è stato proposto dalla Commissione. Dopo tanto penare, e di fronte a uno scenario industriale (questo sì, altro che climate change) veramente apocalittico, Ursula e compagni hanno graziosamente concesso alle case automobilistiche di poter continuare a produrre e commerciare macchine col motore a combustione interna anche oltre il 2035.

A che serve davvero il green (adesso)

Per poter ottenere questo privilegio, e per non calpestare definitivamente quel che resta del verde ideologico, l’esecutivo Ue se ne è uscito con una giravolta davvero da applausi. Le case dovranno abbattere le emissioni del 90%, l’ultimo dieci per cento potrà essere “stralciato” a patto di investire su efuel (cari a Berlino) o biocarburanti (su cui l’Italia è in pole position) oppure comprando quote di acciaio “green europeo”. Svelando così ai cinesi e agli indiani che ancora non l’avessero compreso a che serve il Cbam: a rivitalizzare un po’ il Made in Europe. Chissà come la prenderanno a Pechino. Che ieri, per non saper né ha stangato coi dazi al 19,8% le carni suine. “Gli europei fanno dumping”, dicono dalla Cina. E non avete ancora visto niente.


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