Politica

Tutti per Elly

di Edoardo Sirignano -

ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD STEFANO BONACCINI POLITICO


Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Il motto vale anche per Elly. L’annunciata “rivoluzione” della segretaria dura solo qualche giorno. Bastano pochi colloqui e qualche telefonata per mettere in soffitta i buoni propositi e recuperare tutto e il contrario di tutto. Il resuscitato Letta docet. A parte i soliti giovani, messi in seconda fila per applaudire a comando, yes man 2.0, a comporre la direzione del nuovo corso ci sono i tromboni di sempre: deputati, consiglieri regionali e colonnelli vari. L’ultima assemblea del Nazareno non è altro che una spartizione di poltrone. Lo schema è chiaro, sin dalla prima fila del centro congressi La Nuvola. Il sorriso furbesco di Bonaccini, che ottiene la presidenza del partito e le caselle richieste per i fedelissimi portatori d’acqua del Sud, vale più di mille parole. Festa anche a casa Cuperlo per aver incassato l’auspicato diritto di tribuna e per Paola De Micheli, sempre nell’obiettivo dei fotografi. A parole, quindi, si predica “estirpiamo cacicchi e capibastone”, mentre nei fatti si ricicla qualunque cosa. Da un ambientalista convinta, d’altronde, non potevamo aspettarci una linea diversa. Si rivedono tutte le specie di dinosauri. Oltre al sempre vivo Franceschini, che solo all’apparenza non riceve incarichi per sé e per l’adorata moglie, il Jurassik Pd riapre ai visitatori. Tra i rettili più gettonati, ad esempio, c’è Laura Boldrini. Le intramontabili uscite femministe dell’ex presidente della Camera sono sempre attuali a queste latitudini. Posto e Scotto, poi, sono la stessa parola. Con o senza Articolo 1, il compagno di Torre del Greco, senza portare un voto, riesce a cadere sempre in piedi. Il nuovo Nazareno è immune a qualsiasi minaccia. Finanche il Covid non fa paura. Il primo abbraccio di Elly è verso il figliol prodigo Speranza. Il ministro della pandemia, l’uomo in mascherina, tira la volata al grande vecchio Bersani. Nulla contro la sua indiscussa saggezza, ma non ci può essere un Pd senza Pierluigi e il suo speciale consigliere baffino. Il furbo D’Alema non si fa vedere nella capitale per le idi di marzo. Stiamo parlando del mese definito dai bambini “pazzerello”. Ad aprile sarà tutta un’altra storia. Il leone tornerà sulla montagna. Le sardine del buon Sartori, buttate nell’ammucchiata rossa, saranno date in pasto ai grandi predatori. Nell’arca di Elly, ci manca il solo grande Matteo da Firenze. Quest’ultimo, però, si sazierà dall’esterno, prendendosi gli amati bocconcini di Base Riformista. Zingaretti, intanto, continuerà a parlare tramite il portavoce Furfaro. Orfini richiamerà la nuova vice Gribaudo e tutti saranno felici e contenti, come nelle migliori favole. Recuperati finanche i padroni campani delle tessere. Nella nuova direzione, c’è il figlioccio dello sceriffo di Salerno Piero, il signore dei cammelli partenopei Topo e la copia cinese di De Mita Petracca. Le denunce di Ruotolo, a cui vengono aperte le stanze del potere rosso, ormai sono il passato, così come quegli blasfemi che predicano “zero mozioni”. I primi segnali del corso Schlein sembrano essere, al contrario, quelli del “divide-magna et impera”. Non basteranno neanche la saggezza di Goffredone da Roma e le strategie di Boccia per tenere lontano i capicorrente, che si spartiranno il mondo di Elly come la migliore torta al cioccolato. Quei pancioni, visti nella capitale, non si possono saziare certamente con insalate vegane o con chiacchiere sul mondo Lgbt. Il Sarracino di turno predicherà al vento, mentre la solita Livia Turco darà lezioni di proletariato. Non si può dare, d’altronde, un riconoscimento a chi, su queste colonne, ventiquattro ore prima delle primarie, aveva profetizzato la vittoria della vice. Medesimo discorso vale per i proletari della Cgil. Quando si parla di distribuire prebende, la compagna Camusso è sempre avanti a tutti. Ecco perché Letta e i suoi possono continuare a dormire sogni tranquilli. Serracchiani e Malpezzi possono riposare in pace. Saranno sostituite alla guida dei gruppi parlamentari, ma resteranno, senza dubbio, nella stanza dei bottoni, solo con un po’ di visibilità in meno. Bene non lasciare i giovani ribelli senza guide sicure. Alla stessa new entry Gribaudo viene subito affiancata l’esperta presidente del Consiglio regionale pugliese Loredana Capone. L’età non conta più. Basta sottoscrivere il motto dei “giovani dentro”. Così i sindaci parteciperanno e gli onorevoli non avranno motivo di lamentarsi. Lo stesso tesoro dem, infatti, non viene affidato alla prima sardina che urla trasparenza, ma a un esperto senatore abruzzese.

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