Unicredit apre al Mef, Mediobanca convince il Patto
Unicredit tende la mano al Mef e rinuncia alla sospensiva davanti al Tar del Lazio sulle misure Golden Power in merito all’offerta pubblica di scambio presentata su Banco Bpm. Intendiamoci, non è una resa. Tutt’altro. La linea di piazza Gae Aulenti a Milano è tesa, semmai, a instaurare un dialogo con il dicastero dell’Economia e delle Finanze. Il ricorso, difatti, resta in piedi e l’udienza per discuterne il merito davanti ai giudici amministrativi è stata già calendarizzata al 9 luglio prossimo. Unicredit vuole far presto e vorrebbe chiudere la vicenda quanto prima. I paletti apposti dal Mef sull’affare BancoBpm sono davvero tosti, per Unicredit. A cominciare dalle prescrizioni che vorrebbero il disimpegno totale della banca guidata da Andrea Orcel dallo scenario russo, le imposizioni su Anima Holding e sui livelli di investimenti da mantenere inalterati. Gli sherpa sono al lavoro mentre, altrove, si gioca una partita diversa ma intrecciata. Il gruppo Caltagirone, difatti, nelle scorse ore avrebbe ufficializzato la richiesta a Mediobanca di rinviare l’assemblea, prevista per il 16 giugno, chiamata ad approvare l’Ops presentata da piazzetta Cuccia su Banca Generali. Richiesta subito bocciata a Milano mentre, ieri, il Patto di consultazione ha sostanzialmente promosso l’operazione definita di cui ha apprezzato “il forte razionale industriale e finanziario” che c’è “alla base”. Non proprio una notizia capace di far felice Caltagirone che, invece, non sembra sostenere troppo l’offerta pubblica di scambio su cui Mediobanca sta investendo molto. Il Patto ha poi nominato Alberto Pecci alla presidenza in sostituzione dello scomparso Angelo Caso.
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