Economia

Prove di pace commerciale tra Ue e Usa, Sefcovic ottimista

di Giovanni Vasso -


Due notizie: una buona e un’altra cattiva: quella buona è che Usa e Ue sembrano aver ritrovato una certa speditezza nei negoziati sui dazi. Quella cattiva è che le tariffe americane su acciaio e alluminio sono in vigore da 24 ore e già preoccupano, e non poco, il comparto siderurgico italiano ed europeo. Nella giornata di ieri, il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic ha incontrato, a Parigi, l’alto rappresentante americano Jamieson Greer. Le sensazioni di Sefcovic sono state positive, in linea con quelle già riferite martedì dal portavoce Ue della Commissione Olof Gill a proposito dei colloqui tra le squadre di negoziatori europei e americani. “Stiamo avanzando nella giusta direzione con il giusto ritmo, e restiamo in stretto contatto per mantenere lo slancio”, ha scritto sui social Sefcovic. Confermando quanto già ci si attendeva: ossia che la volontà delle parti sembra puntare a chiudere, quanto prima, la partita.Resta, però, l’amarezza sui dazi partiti il 4 giugno: “Per noi questo 50% è davvero una sorpresa, perché dalle prime discussioni con le nostre controparti ho capito subito che non siamo noi il vero problema degli Stati Uniti quando si tratta di acciaio, alluminio e derivati”, ha dichiarato Sefcovic. Che ha spiegato: “Esportiamo poco più di 4 milioni di tonnellate, acciaio altamente specializzato, necessario all’industria Usa per produzioni specifiche. E affrontiamo la stessa sfida della sovraccapacità globale. Quindi – ha concluso sul tema il commissario Ue – , il mio appello fin dall’inizio è stato di non prenderci di mira a vicenda, ma di lavorare insieme su come affrontare questo problema di sovraccapacità globale”. Ma quello con l’esponente dell’amministrazione Trump, per Sefcovic, è stato solo l’ultimo degli appuntamenti in agenda coi rappresentanti dei governi di mezzo mondo. Il commissario, prima di incontrare Greer, s’è seduto al tavolo insieme al ministro cinese al commercio, Wang Wentao. Tra Bruxelles e Pechino sono tanti i punti di confronto, per non dire di scontro, in materia di scambi economici. È il grande nodo del dumping e il progetto di decoupling avviato, nei mesi scorsi, da Bruxelles innescando una sorta di duello dei dazi prima ancora che Trump si insediasse alla Casa Bianca. Fonti Ue hanno riferito che l’incontro tra Sefcovic e Wentao sia da considerarsi propedeutico al vertice tra le due potenze che si terrà a luglio prossimo. Il lavoro più importante, anche se meno vistoso, Sefcovic a Parigi lo ha fatto aprendo alla Turchia e più in generale al Medio Oriente. Il commissario ha tenuto un “buono scambio” col ministro turco Omer Bolat e, dopo aver incontrato il ministro saudita Majid bin Abdullah Al-Kassabi ha ribadito che “rafforzare i legami commerciali e di investimento tra Ue e il Consiglio di cooperazione del Golfo è una priorità della nostra agenda” e ha riferito della volontà di “identificare i principali elementi costitutivi di un accordo di libero scambio significativo ed equilibrato, aprendo opportunità di mercato e di investimento con regole chiare in tutta la regione”. La strategia, per Bruxelles, rimane la stessa: aprire l’Ue a nuovi mercati. Ovunque essi si trovino, superando steccati e paletti di sorta. Anche se con gli Stati Uniti sembra essersi trovata, se non una quadra, quantomeno un punto di svolta nei negoziati che si posa su una sola certezza: i dazi ci saranno, tocca solo comprendere in che misura verranno tassate le merci Ue nei porti americani. Una comunione di intenti se non ritrovata ma almeno imminente, come riporta Politico, vedrebbe Washington e Bruxelles d’accordo, una volta tanto, sull’idea di imporre dazi fino al 500 per cento a quei Paesi che continuano a importare petrolio e gas dalla Russia.
Qualcosa di più, almeno sul fronte delle previsioni, si capirà (anche) dalle decisioni della Bce che si riunirà oggi. Gli analisti prevedono un nuovo taglio dei tassi, un altro quarto di punto. Quel che accadrà dopo è, per ora, meno chiaro. Si fa strada l’ipotesi che Francoforte non abbia in animo di proseguire oltre sulla via dei tagli. Si tratterebbe di un segnale che andrebbe nel segno di una ritrovata certezza sullo scenario geoeconomico internazionale.
Che, per ora, non c’è. I dazi Usa sono già in vigore anche per i produttori Ue come quelli su acciaio e alluminio.. Gli industriali sono in allarme e anche ieri il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha chiesto, una volta di più, a Bruxelles di trattare per trovare un accordo puntando forte sui temi caldissimi della Difesa, dell’energia e di Big Tech. Le imprese della siderurgia, circa 900 in Italia per oltre 23mila posti di lavoro, si sentono accerchiate. Da un lato i dazi, dall’altro le bollette e i costi dell’energia che fanno sempre più paura alle imprese. Su scala comunitaria, i produttori di Eurofer chiedono regole nuove a Bruxelles prima che il settore venga travolto dai milioni di tonnellate di prodotto finito che saranno dirottati in Ue dalla destinazione originale degli Usa.


Torna alle notizie in home