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Woolrich, la lettera dei lavoratori: “No al trasferimento”

In ballo il futuro di 139 famiglie, sindacati pronti a mobilitazione

di Maria Graziosi -


Woolrich, ora i dipendenti alzano la voce e scrivono una lettera per difendere i propri posti di lavoro. Nella missiva, i lavoratori dell’azienda non ne vogliono sapere di trasferirsi a Torino. In ballo c’è il futuro di 139 dipendenti, delle sedi di Bologna e Milano, che dopo l’acquisizione dell’azienda da parte di BasicNet si sono visti rivolgere la richiesta dai nuovi vertici. Una richiesta, va da sé, che i dipendenti Woolrich rispediscono al mittente.

Woolrich, il futuro di 139 persone

“Un confronto reale”. È quanto chiedono i lavoratori che non vogliono lasciare le attuali sedi per spostarsi a Torino. “Una ristrutturazione totale dell’azienda, nonché un cambio del modello di business”, denunciano i dipendenti. Che sottolineano come la scelta “incide sulle vite e non solo sui contratti”. Pertanto la posizione dei lavoratori è netta: “Vogliamo rispetto, ascolto e continuare a lavorare senza dover scegliere tra vita e lavoro”. Il busillis dei nostri tempi: “Non vogliamo essere cancellati”, tuonano avanzando la richiesta di un confronto “reale”, un tavolo da estendere agli enti locali.

La mobilitazione dei sindacati

In casa Woolrich, intanto, le sigle sindacali hanno annunciato una mobilitazione: “La scelta risulta pianificata da tempo e comunicata solo a decisione presa. Le lavoratrici e i lavoratori che hanno garantito negli anni la distribuzione del marchio in tutta Europa si trovano oggi davanti a trasferimenti forzati, dopo aver creduto nel rilancio dell’azienda e aver rinunciato ai loro bonus per sostenerne le esigenze”, scrivono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Che incalzano: “Il nostro è un invito al confronto e al ritiro di questa anomala procedura di chiusura e trasferimento, individuando soluzioni condivise e alternative per salvaguardare l’occupazione. È arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità, evitando una scelta azzardata che mette a rischio 139 famiglie”.


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