Prestipino indagato per rivelazione di segreto d’ufficio
Il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, Michele Prestipino, è indagato a Caltanissetta con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio aggravata dall’agevolazione mafiosa. Prestipino, ex capo della Procura di Roma e magistrato a lungo impegnato nella lotta contro le mafie in Calabria e in Sicilia, ha ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia. Oggi si è presentato per l’interrogatorio dinanzi ai pm nisseni, ma, su consiglio del suo legale, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’indagine nasce da un episodio avvenuto ad aprile, quando, nel corso di un pranzo, Prestipino avrebbe rivelato informazioni riservate sulle indagini in corso sulle ’ndrine a Gianni De Gennaro, attuale presidente di Eurolink, general contractor per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, e a Francesco Gratteri, consulente della stessa società. La circostanza sarebbe emersa poiché De Gennaro era sotto intercettazione nell’ambito di un’inchiesta sui fatti legati alle stragi mafiose del 1992. Secondo la Procura di Caltanissetta, le informazioni divulgate avrebbero compromesso seriamente indagini in corso in più distretti antimafia, con il rischio che alcuni soggetti coinvolti fossero stati allertati tramite Gratteri. Nonostante i dubbi sollevati da ambienti giudiziari sull’utilizzabilità delle intercettazioni e sulla competenza territoriale dei magistrati siciliani, la Procura ha ribadito la gravità della vicenda, sottolineando il coordinamento costante con il capo della Dna, Giovanni Melillo. Quest’ultimo, dopo la diffusione della notizia, ha revocato a Prestipino le deleghe investigative e ha informato il Consiglio Superiore della Magistratura. L’avvocato difensore Cesare Placanica ha spiegato che la scelta di Prestipino di non rispondere è motivata da dubbi sulla legittimità del materiale probatorio e sulla competenza di Caltanissetta a procedere. Ha inoltre sottolineato che, una volta superati questi nodi, sarà lo stesso Prestipino a chiedere di essere nuovamente interrogato per chiarire ogni aspetto della vicenda, precisando che la conversazione incriminata è avvenuta non con imprenditori o soggetti malavitosi, ma con figure istituzionali come De Gennaro, già capo della Polizia, e un suo collaboratore di lunga data. Nel frattempo, sarebbe stato Prestipino stesso a chiedere di essere sollevato temporaneamente dalle sue funzioni di coordinamento, in attesa di fare piena luce sulla vicenda.
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