Esteri

Il triangolo del fuoco: Hezbollah, Houthi, Hamas pronti a entrare in guerra

di Michel Emi Maritato -


Mentre Israele e Iran si affrontano apertamente nei cieli di Teheran e Tel Aviv, una minaccia ben più ampia si profila all’orizzonte: i fronti dormienti del conflitto, da Gaza al Libano fino allo Yemen, si stanno preparando a risvegliarsi.

Fonti militari e di intelligence confermano che Hezbollah, Hamas e le milizie Houthi si stanno riorganizzando rapidamente, pronte a trasformare uno scontro bilaterale in una guerra regionale. Il fronte nord è il più temuto. L’organizzazione libanese Hezbollah, strettamente legata all’Iran, non ha ancora ufficialmente reagito ai bombardamenti israeliani su Teheran, ma da giorni si registrano movimenti militari anomali lungo il confine con Israele.

Secondo fonti dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane), le unità d’élite Radwan si stanno dispiegando in prossimità della linea blu, con attività notturne intensificate nei villaggi di Maroun al-Ras, Khiam e Naqoura.

In un comunicato diffuso tramite Al-Manar, la tv del partito sciita, Hezbollah ha definito gli attacchi israeliani “un crimine contro l’umanità” e ha dichiarato: “Se l’aggressione continuerà, il fronte settentrionale non resterà inattivo.”

Israele teme un attacco simultaneo da nord e sud, con razzi lanciati da Libano e Gaza in coordinamento. Anche la Striscia di Gaza si sta preparando. Hamas, già indebolita dalle operazioni israeliane degli ultimi anni, ha comunque mantenuto attivi i propri arsenali e la rete sotterranea di tunnel.
L’intelligence militare israeliana segnala una ripresa di attività nei pressi di Khan Yunis e Rafah. Alcuni lanci di razzi non rivendicati, avvenuti nelle scorse ore, fanno temere che una risposta coordinata sia in fase di rodaggio.

Non ci sarà pace finché Israele bombarderà i nostri alleati. L’Iran è parte della nostra lotta” ha dichiarato un alto dirigente del braccio armato di Hamas al bollettino libanese Al-Akhbar.

Dallo Yemen arriva un’altra potenziale minaccia. Le milizie Houthi, sostenute logisticamente e militarmente da Teheran, si starebbero preparando a colpire interessi israeliani nel Mar Rosso.
Il gruppo ha già rivendicato in passato attacchi a petroliere e infrastrutture saudite, e in queste ore i droni armati Shahed starebbero nuovamente decollando da Sana’a in direzione del Golfo.

Il portavoce militare Houthi, Yahya Saree, ha dichiarato: “La guerra è una sola. Il nostro nemico è chi bombarda i popoli liberi. Saremo parte della risposta.

Questi tre attori — Hezbollah, Hamas e Houthi — sono da anni i principali strumenti dell’Iran nella sua strategia di guerra non convenzionale. Teheran, colpita nel cuore, potrebbe scegliere di non rispondere direttamente ma attraverso questi alleati, costringendo Israele a difendersi su più fronti e mettendo alla prova il suo sistema di difesa multilivello.

Il rischio è quello di una guerra a tenaglia, che colpisca Israele da nord (Libano), da sud (Gaza), e da sud-est (Mar Rosso), coinvolgendo potenzialmente anche la Giordania e l’Egitto in una spirale destabilizzante. Il Medio Oriente è un campo minato e ogni detonatore è già innescato. Le azioni israeliane, per quanto mirate e giustificate da motivazioni di sicurezza nazionale, potrebbero portare a un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili.

Il triangolo Hezbollah–Hamas–Houthi è pronto. La miccia è accesa. E il tempo per disinnescarla sembra sempre più ridotto.


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