Non vogliamo aggiungerci al coro di chi in questi giorni sta rinfacciando all’opposizione che fior di leader di sinistra in passato hanno invitato i propri elettori a disertare le urne per non raggiungere il quorum. Né vogliamo riportare alla memoria di tutti le parole di Giorgio Napolitano, all’epoca senatore a vita già capo dello Stato, secondo cui “l’inconsistenza e la pretestuosità” del referendum allora in questione andava stigmatizzata con l’astensione. Il lungo elenco di chi negli anni ha sostenuto che il non voto è costituzionalmente legittimo (copyright Renzi) oggi sembra sfuggire ai vari Landini, Schlein e compagni vari. È una polemica sterile: fa parte della politica che chi è all’opposizione attacchi la maggioranza applicando la solita regola dei due pesi e due misure. In questi giorni l’abbiamo scritto che sarebbe cosa buona e giusta, per chi è contrario ai quesiti, correre ai seggi e votare no in massa. Proprio perché questo referendum è un male per i lavoratori e per la nazione tutta. Ma con il forte rischio che i no risultino troppo pochi, meglio non far scattare il quorum.