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Il triste addio di Luciano Spalletti e il 2-0 alla Moldavia

Luciano Spalletti saluta la nazionale italiana con una vittoria sofferta per 2-0 sulla Moldavia, lasciando un’eredità di alti e bassi e aprendo la strada a un nuovo ciclo per il calcio azzurro.

di Francesca Petrosillo -


In una serata segnata da emozioni contrastanti, Luciano Spalletti ha salutato la panchina della nazionale italiana dopo la vittoria per 2-0 contro la Moldavia, nell’ultimo match valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Il risultato, maturato grazie ai gol di Raspadori e Cambiaso, non ha nascosto una prestazione sostanzialmente opaca degli Azzurri, incapaci di imporsi con una goleada convincente.

Il Mapei Stadium di Reggio Emilia, scenario dell’addio, ha accolto il momento con un miscuglio di applausi e fischi, esprimendo il senso di attesa e disillusione del pubblico. Spalletti, visibilmente emozionato, ha ammesso: “Purtroppo non ho fatto la differenza”, riconoscendo la propria responsabilità e sottolineando la necessità di un nuovo ciclo tecnico per rilanciare l’Italia verso le aspettative internazionali.

Nel corso del match, la squadra ha dimostrato una certa fatica nel sostenere il ritmo in campo, con una prova equilibrata ma priva di brillantezza. Le occasioni migliori sono arrivate nel secondo tempo, quando Raspadori ha sbloccato la gara poco prima dell’intervallo, seguito da Cambiaso che ha certificato il risultato con un colpo preciso in avvio di ripresa.

Il successo, pur necessario per rientrare in classifica, ha lasciato il girone ancora in completo equilibrio: l’Italia resta terza nel raggruppamento I, con soli tre punti in due partite, ben distante da Norvegia e Israele, che guidano la classifica. Il divario in termini di differenza reti appare considerevole, ma la vittoria ha almeno dato ossigeno alla squadra.

Al termine della partita, Spalletti ha ricordato che ora la scelta del successore ricadrà su figure in vista come Claudio Ranieri, indicato da più parti come il candidato ideale per rilanciare il progetto azzurro. Il tecnico toscano lascia con una carriera in nazionale composta da una serie di alti e bassi, e con la consapevolezza di aver dato l’ultima spinta, seppur non decisiva.

Così l’era Spalletti si chiude: un doppio bilancio di soddisfazioni e delusioni, con una vittoria amara contro la Moldavia che apre la strada a una nuova fase. Ora spetta alla Federazione e al futuro commissario decidere la strada da intraprendere per riportare l’Italia ai vertici del calcio mondiale.


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