Una busta di guai: stangata Antitrust a Novamont – Eni
Irrogate due sanzioni, il conto ammonta a 32 milioni: ecco perché
Non è stato un buongiorno per Eni: arriva la stangata Antitrust su Novamont, sanzionato un abuso di posizione dominante, il conto è salato: 32 milioni. Proprio l’autorità garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato il dispositivo con il quale segnala lafine dell’istruttoria e l’esito della stessa: due sanzioni, la prima da 30,3 milioni per Novamont e la seconda da 1,7 milioni in solido con Eni per la vicenda degli shoppers che risale all’ormaim lontano, ma evidentemente sempre attuale, 2018.
Dove nasce il caso Novamont e Antitrust
Tutto iniziò con la vicenda dei sacchetti per la spesa biodegradabili, ricordate? Quella che, recependo la solita direttiva Ue, fece insorgere la politica, e l’opinione pubblica, contro il governo allora guidato da Matteo Renzi e che sancì la prima crepa che pose sostanzialmente fine alla breve, ma intensa, luna di miele tra gli italiani e l’ex sindaco rottamatore di Firenze. Stando alla ricostruzione dell’Antitrust, Novamont “ha sviluppato un prodotto a norma (denominato Mater-Bi) acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso”. Una posizione più che invidiabile di mercato. Peccato, però, che secondo l’Agcm Novamont ne abbia approfittato.
Cosa è successo
Stando all’istruttoria Antitrust, Novamont ha creato un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo a due livelli della filiera. Nei confronti dei trasformatori, ha rilevato che “clienti diretti che comprano bio-compound per produrre shopper e sacchetti ultra-leggeri, vincolati a rifornirsi esclusivamente di Mater-Bi, precludendo ai concorrenti l’accesso al mercato (questi trasformatori rappresentano, in media, circa il 52% della domanda nazionale di bio-compound per shopper e il 70% di quella per sacchetti ultra-leggeri)”. Contestualmente, verso con la grande distribuzione organizzata, “cliente dei trasformatori in quanto principale acquirente dei sacchetti in questione, vincolata a comprare solo prodotti realizzati con il materiale Mater-Bi dai trasformatori partner di Novamont. Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultra-leggeri espressa dalla GDO e una quota essenziale di fatturato (sino al 51%) dei trasformatori partner di Novamont”. Questo sistema, per l’authority, “ha determinato una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont, attraverso un meccanismo circolare tra i due gruppi di operatori”.
Gli effetti distorti
Già, perché l’autorità garante Antitrust ritiene che “finché i principali operatori della GDO si vincolano a rifornirsi solo da trasformatori partner di Novamont di sacchetti realizzati in Mater-Bi, i trasformatori stessi sono incentivati ad accettare le clausole di approvvigionamento esclusivo richieste da Novamont” e che “finché la maggioranza dei trasformatori che serve la grande distribuzione organizzata è legata a Novamont da un’esclusiva, la grande distribuzione organizzata” ha convenienza a stipulare con Novamont contratti che prevedono vincoli di esclusiva remunerati o meccanismi incentivanti”. Così facendo Novamont avrebbe praticamente escluso i concorrenti dal mercato e “precluso lo sviluppo di una sana concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri, perché di fatto hanno impedito ai concorrenti di Novamont di trovare sbocchi effettivi per i loro prodotti e di operare efficacemente in tali mercati”.
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