Bolivia al ballottaggio: la fine dei governi di sinistra
Il Paese è segnato da una crisi economica incessante
Il cambio un anno fa in Bolivia
In Bolivia le elezioni generali per eleggere un nuovo presidente e rinnovare il Parlamento boliviano hanno contrassegnato la fine del predominio della sinistra nel Paese. Sarà ballottaggio.
I risultati in Bolivia
I primi risultati elettorali mostrano che nessun candidato ha raggiunto il 50% dei voti necessari per vincere al primo turno. Al primo posto si è piazzato il centrista Rodrigo Paz con circa il 32,8% dei voti, seguito dall’ex presidente conservatore Jorge “Tuto” Quiroga con circa il 26%.
Il Movimento al Socialismo (Mas), storico partito di Evo Morales, ha subito un forte calo con il suo candidato Eduardo del Castillo fermo a poco più del 3%. Paz e Quiroga si sfideranno quindi al ballottaggio previsto per il 19 ottobre, una data che segnerà la fine di due decenni di governo di sinistra in Bolivia.
Lo scontro Arce-Morales
Il vero scontro politico è stato tra l’attuale presidente uscente Luis Arce, che ha deciso di non ricandidarsi per un secondo mandato, ed Evo Morales, ex presidente dal 2006 al 2019, che ha tentato di candidarsi ma è stato escluso per il superamento del limite dei mandati previsto dalla Costituzione.
Una crisi economica profonda
La situazione economica è caratterizzata da una crisi profonda con diverse cause chiave.
Già nel 2023 la Banca centrale ha dovuto utilizzare tutte le riserve valutarie per sostenere la parità con il dollaro, esaurendo così gran parte delle riserve internazionali liquide.
Da allora si è aggravata la carenza di carburante e si è impennato l’aumento dei prezzi, con beni essenziali come l’olio di soia che hanno subito rincari anche superiori al 60%. Le vendite di alcuni prodotti sono state limitate per evitare scarsità assoluta.
L’inflazione nel 2024 ha superato il 9,9%, la più alta dal 2008, mentre nel 2025 si prevede un ulteriore aumento dell’inflazione fino al 15,8%, il doppio delle stime governative.
La produzione di gas naturale, una delle principali fonti di reddito per il Paese, è quasi dimezzata negli ultimi dieci anni, passando da quasi 60 milioni di metri cubi al giorno nel 2014 a meno di 30 milioni nel 2024.
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