Attualità

Parità di genere: il Senegal educa gli uomini. E l’Italia?

di Priscilla Rucco -


Tutti parlano di “parità di genere”, ma in pochi sanno che nel nostro Paese è un principio riconosciuto e sancito dalla Costituzione (articolo 3). Ma un conto è la teoria, altra cosa la pratica, dove addirittura ci facciamo superare dal Senegal. Tornando a noi, tra una realtà ancora lontana e un diritto mai pienamente concesso, il divario tra uomini e donne resta un ostacolo che talvolta appare insormontabile. La vita quotidiana, soprattutto per il sesso femminile, impone ancora troppo spesso scelte difficili; tra carriera e maternità, tra realizzazione personale e doveri familiari. Il tema è presente ovunque e si parla di disparità economica nelle sostanziose differenze salariali -, di ostacoli all’accesso a posizioni dirigenziali e di “comando”. Secondo quanto riportato dal Global Gender Gap Report 2024 (World Economic Forum), “Allo stato attuale, ci vorranno ancora 130 anni per colmare, a livello globale, il divario di genere”. Un dato preoccupante e ancora sottovalutato. Ancor più inquietante se si prende in considerazione il fatto che la maggior parte delle campagne di sensibilizzazione si rivolgono alle donne, come se spettasse solo a loro essere “il cambiamento”. Eppure, un Paese dell’Africa occidentale sembrerebbe avere battuto una strada di rivoluzione mentale e coraggio atipico: il Senegal. Dal 2011 infatti, grazie al sostegno dell’UNFPA –  Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione -, in alcuni villaggi rurali sono nate le cosiddette “Scuole per Mariti”. Una idea coraggiosa e rivoluzionaria la cui missione è quella di educare gli uomini alla parità e renderli, così, protagonisti di un possibile cambiamento epocale. Le “Scuole per Mariti” sono una realtà di pura trasformazione culturale. Coinvolgono uomini di tutte le età, invitandoli a riflettere (e al cambiamento) sul proprio ruolo nella famiglia e nella società. L’obiettivo non è la rivoluzione, ma una presa cosciente di responsabilità. Si affrontano stereotipi, si esorcizzano i tabù, si promuovono la condivisione delle responsabilità domestiche e genitoriali, si educa alla sessualità consapevole e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre c’è l’invito alla partecipazione alle visite prenatali, alla gestione dei figli (prima addossata solo alle donne). Queste strutture sono la dimostrazione che il cambiamento non debba essere solo teorico, ma anche e soprattutto tangibile e pratico e di conseguenza, non delegato esclusivamente al sesso fmminile. È un percorso che richiede consapevolezza, impegno ed educazione. Insegnare  la parità è quindi possibile  – e si deve – cominciando dai piccoli gesti quotidiani. In realtà, queste scuole sono rivolte a tutti gli uomini, invitati a prendere coscienza – e a riconoscere – l’importanza dei diritti delle donne. Il maggiore scoglio da affrontare, però, resta l’istruzione delle bambine e le ragazze che da sempre è un argomento difficile da trattare. Per troppo tempo il diritto allo studio è stato negato alle donne, in favore di una precoce dedizione alla vita domestica e matrimoniale. Ma istruire una bambina è un investimento per il futuro dell’umanità. Doveri e responsabilità devono essere condivisi: questa è la chiave per la parità di genere. In Senegal, in quattordici anni dall’apertura delle prime “Scuole per Mariti”, il cambiamento è reale: nuove strutture scolastiche che vedono un forte incremento della presenza di ragazzine, dialoghi pubblici aperti a entrambi i sessi, contrasto ai matrimoni precoci e assistenza sanitaria durante il parto. Ma soprattutto riconoscimento degli eguali diritti tra uomini e donne. Ovviamente, queste scuole non hanno risolto il problema, ma sicuramente sono un grande sostegno per gettare basi solide per una reale parità di genere, offrendo strumenti concreti per promuovere consapevolezza e cambiamento. La parità di genere è una necessità, è giustizia e diritto umano fondamentale. Pari dignità, medesime opportunità e il riconoscimento degli stessi diritti e doveri per tutti – a prescindere dal sesso, e da qualsiasi altra differenza -. Mentre l’Italia continua a parlare di parità di genere, il Senegal nel suo piccolo cresce.


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