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Esteri

A Sharm il via dei negoziati per Gaza

Khalil al-Hayya guida la delegazione di Hamas, il ministro Ron Dermer in quella israeliana, al vertice Witkoff e il genero di Trump

di Giorgio Brescia -


Oggi iniziano a Sharm el-Sheikh, in Egitto, i negoziati indiretti tra Israele e Hamas per discutere il piano di pace proposto per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. I colloqui affrontano principalmente il rilascio degli ostaggi, la cessazione del fuoco e il ritiro delle truppe israeliane.

I negoziati a Sharm per Gaza

Il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, guida la delegazione palestinese. Al vertice di quella israeliana il ministro degli Esteri Ron Dermer, su esplicita disposizione del primo ministro Benyamin Netanyahu. La presenza statunitense, rappresentata da è stata guidata principalmente da Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump, e da Steve Witkoff, inviato speciale per il Medio Oriente.

Il piano per Gaza

Il piano dei negoziati discusso a Sharm comprende 21 punti chiave, tra cui la smilitarizzazione completa della Striscia di Gaza, la ricostruzione delle infrastrutture, lo sviluppo economico e l’istituzione di una nuova governance con supervisione internazionale guidata dal presidente Trump e dall’ex premier britannico Tony Blair.

Le richieste di Hamas includono la cessazione del fuoco completo per tutta la durata dei negoziati, il ritiro dell’IDF dalle posizioni precedenti al conflitto attuale, la sospensione delle attività militari israeliane per specifiche ore giornaliere, in particolare nelle giornate di rilascio degli ostaggi.

Tra le criticità principali del piano di negoziati per Gaza, si evidenzia un forte sbilanciamento a favore di Israele e la mancata considerazione delle richieste storiche e sociali palestinesi. Inoltre, la proposta non intraprende una risoluzione delle cause profonde del conflitto, lasciando dubbi sulla sua efficacia a lungo termine. Esperti parlano di un “calice avvelenato” per i palestinesi, data l’imposizione di smilitarizzazione e controllo esterni.

Donald Trump si è detto ottimista, prevedendo la conclusione della prima fase della trattativa entro la settimana e sottolineando l’urgenza di agire rapidamente per evitare ulteriori massacri. Ha inoltre affermato che la cessazione del fuoco scatterà immediatamente dopo la conferma di Hamas del piano.

Le curiosità

Dal fronte di Hamas, si registrano già azioni concrete come l’inizio del recupero dei corpi degli ostaggi deceduti, con richieste specifiche di cessazione temporanea dei bombardamenti per questi compiti delicati.

Nel contesto emergono curiosità quali la divisione della delegazione Hamas in due squadre: una per i negoziati indiretti con Israele e un’altra per incontri interni volti all’unità palestinese e alla fine delle divisioni, un elemento cruciale del processo di pace.


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