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Ambiente

Cold ironing nei porti, Italia lumaca

Quasi un miliardo di risorse disponibili, a rilento le iniziative in quasi tutti gli scali marittimi

di Angelo Vitale -


In Italia le navi da crociera inquinano più di tutte le auto europee messe insieme, con emissioni annuali di ossidi di zolfo e altri inquinanti nei porti, pari a quattro volte quelle prodotte dalle auto di tutta la Ue: da qui l’esigenza del cold ironing.

Cold ironing, perché

Questa particolare forte fonte di inquinamento è evidente nei porti italiani, dove le navi mantengono accesi i motori ausiliari a combustibile fossile durante la sosta, emettendo grandi quantità di sostanze altamente dannose per la salute e l’ambiente.

Per contrastare questo problema, da tempo la previsione del programma di cold ironing, l’elettrificazione delle banchine portuali, che permette alle navi di spegnere i motori ausiliari e alimentarsi direttamente con energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili mentre sono ferme in porto.

Un intervento inserito nei piani di sviluppo e finanziato con fondi Pnrr e altri stanziamenti pubblici, con l’obiettivo di completare l’elettrificazione delle banchine entro il 2025. Una data che ormai è considerata superata, con i programmi principali già spostati alla data del marzo del 2026.

Le risorse per l’elettrificazione delle banchine

Attraverso il Pnrr e altre risorse complementari, lo stanziamento complessivo è di circa 920 milioni di euro.

Il Piano originariamente prevedeva 700 milioni di euro. Successivamente, con una rimodulazione, sono stati assegnati oltre 305 milioni di euro aggiuntivi destinati a 22 progetti specifici, suddivisi in 186,5 milioni per nuovi interventi e 119 milioni per progetti già in corso. I fondi complessivi quindi sono arrivati ​​a circa 920 milioni di euro.

Le principali destinazioni di queste risorse sono i porti di Gioia Tauro (circa 66 milioni), Ravenna (42 milioni), Palermo (35 milioni), Venezia (32 milioni) e Genova (32 milioni).

Italia lumaca, il cold ironing non decolla

Genova ha un progetto di elettrificazione delle banchine, anche se si evidenziano ritardi nell’emissione dei bandi di gara e un pressing per rispettare la scadenza del 31 marzo 2026.

Livorno sta procedendo speditamente con i lavori affidati nel dicembre 2023 e dovrebbe completare l’infrastruttura entro fine 2026.

La situazione negli altri porti minori è più complessa e rallentata. Molti di questi porti non hanno ancora avviato i cantieri o emessi bandi di gara. Sul cold ironing nei porti, in Italia regna la lentezza.

La maggior parte delle risorse più consistenti è indirizzata ai grandi scali. I porti minori dispongono di fondi più limitati e tempi più dilatati.

Le autorità portuali stanno pianificando interventi scalabili ea più tappe, ma la sfida tecnica e infrastrutturale è alta.

Le critiche, le polemiche

Organizzazioni ambientaliste e associazioni, come Transport & Environment, denunciano la lentezza nell’elettrificazione delle banchine. E sottolineano che solo il 20% delle banchine portuali è al momento elettrificato.

Un lentezza che si registra in generale in Europa. L’obiettivo normativo Ue è quello che almeno il 90% delle chiamate navali in porto sia alimentato da energia elettrica da banchina entro il 2030. Tuttavia la diffusione degli impianti procede lentamente, con molte difficoltà operative, economiche e regolatorie che rallentano la transizione.


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