La riunione a Istanbul dei ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania, Pakistan, Indonesia e del Paese ospitante, ha confermato l’esistenza di alcuni problemi nell’attuazione del cessate il fuoco a Gaza. Il primo è costituito dalle violazioni sistematiche da parte di Israele. Quasi 250 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio della tregua. Per il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, inoltre, il governo di Tel Aviv deve consentire l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia. Le consegne sono bloccate nei magazzini israeliani.
Serve un’intesa complessiva su Gaza
Occorre poi preparare un “accordo quadro generale” sulla forza internazionale di stabilizzazione nell’enclave palestinese, i cui scopi e compiti non sono stati ancora definiti. Il capo della diplomazia turca ha sottolineato che i Paesi coinvolti decideranno la loro partecipazione a questo contingente “in base ai loro criteri”. Hamas è pronta a trasferire l’amministrazione di Gaza a un comitato composto da palestinesi. “I palestinesi devono garantire il governo e la sicurezza della Palestina” e “la comunità internazionale deve sostenerli”, ha concluso Fidan, evidenziando che la Turchia continuerà a fare tutto il possibile per raggiungere la pace.
L’apertura di Hamas al disarmo parziale
Il movimento islamico di resistenza avrebbe iniziato ad accettare l’idea di consegnare le sue armi pesanti. Lo ha riferito al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat l’imprenditore palestinese-americano Bishara Bahbah, che ha contribuito a mediare con i miliziani. Washington potrebbe fare delle aperture in tal senso nell’ottica di un disarmo più ampio del gruppo, che rientra nel piano della Casa Bianca per porre fine alla guerra di Gaza.
Netanyahu si appone al passaggio sicuro per i miliziani
Permangono degli ostacoli, invece, per l’altra possibilità offerta dagli Usa alla fazione palestinese. “Il primo ministro non permetterà il passaggio sicuro di 200 terroristi di Hamas”, ha detto una fonte politica ai media israeliani, aggiungendo che Benjamin Netanyahu mantiene “la sua ferma posizione sul disarmo di Hamas e sulla smilitarizzazione della Striscia, contrastando al contempo le minacce terroristiche contro le nostre forze”. La dichiarazione smentisce l’annuncio che lo Stato ebraico prenderebbe in considerazione una proposta dei Paesi mediatori per consentire ai militanti di Hamas di “uscire in sicurezza dalle zone della Striscia di Gaza sotto il controllo israeliano”.
Israele ha restituito i corpi di 45 palestinesi, portando il totale a 270. L’intesa prevede 15 salme di palestinesi per ogni israeliano deceduto riconsegnato da Hamas. Le autorità israeliane hanno confermato che i resti ottenuti dal movimento islamista appartengono a tre ostaggi catturati nell’attacco del 7 ottobre 2023: Omar Neutra, Oz Daniel e Assasf Hamami.
La Linea Gialla nella Striscia di Gaza
Le Idf hanno ucciso diversi gazawi che avevano attraversato la Linea Gialla, che delimita la zona del ritiro dell’esercito, e si erano avvicinati alle truppe nella parte meridionale della Striscia. Gli uomini avevano “rappresentato una minaccia immediata” per le forze di stanza nella zona, si legge in una nota dei militari in cui viene precisato che poco dopo essere stati identificati, l’aeronautica militare israeliana li ha colpiti e uccisi “per rimuovere la minaccia”. Le Idf hanno ribadito di rimanere dispiegate a Gaza “in conformità con l’accordo di cessate il fuoco e continueranno a operare per rimuovere qualsiasi minaccia immediata”.
Tre ragazze, di cui una adolescente, sono rimaste ferite da un drone lanciato da Israele mentre partecipavano a un matrimonio. La cerimonia si è svolta in un edificio scolastico nel quartiere Shejaiyah di Gaza City, diviso dalla linea di demarcazione che delimita il territorio controllato dagli israeliani.
La pena di morte voluta da Itamar Ben Gvir
Una commissione parlamentare israeliana ha presentato alla Knesset un disegno di legge che propone la pena di morte per i “terroristi”. La misura è stata fortemente voluta dal ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir allo “scopo di sradicare il terrorismo e creare un forte deterrente”. La commissione per la sicurezza nazionale ha approvato l’emendamento al codice penale, che ora sarà trasmesso al parlamento per la prima lettura. Il coordinatore israeliano per la gestione degli ostaggi, Gal Hirsch, ha fatto sapere che lui e il primo ministro Benjamin Netanyahu sono favorevoli. Ben Gvir ha preannunciato che impedirà al suo partito Otzma Yehudit di votare con la coalizione di governo se la legge non verrà votata entro domenica, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dell’esecutivo.