L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Esteri

Le mail di Epstein su Trump: nuove rivelazioni del Nyt scuotono Washington

I Democratici pubblicano corrispondenze inedite tra Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell: il finanziere parla di Trump nella sua casa con una delle sue vittime

di Lino Sasso -


Le mail di Epstein su Trump riemergono come un nuovo terremoto politico a Washington. I parlamentari Democratici della Camera dei Rappresentanti hanno infatti reso pubbliche alcune email scambiate tra Jeffrey Epstein, il finanziere condannato per abusi su minori e morto suicida nel 2019, e la sua ex compagna e socia Ghislaine Maxwell. Le comunicazioni, rivelate in parte dal New York Times, suggeriscono un rapporto più stretto e problematico tra Epstein e l’allora magnate Donald Trump. Più ampio di quanto finora ammesso dal presidente statunitense. Secondo i Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, le email selezionate tra migliaia di documenti “sollevano nuovi interrogativi sulla relazione tra Trump ed Epstein”.

Il contenuto della mail di Epstein su Trump

In una delle missive, datata aprile 2011, Epstein scrive a Maxwell: “Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump. La vittima ha passato ore a casa mia con lui, e non è mai stato menzionato, né dal capo della polizia eccetera.” Un’espressione, quella del “cane che non ha abbaiato”, che nella lingua inglese allude a qualcuno che è scomparso o ha scelto di non farsi sentire nel momento decisivo. Maxwell rispose semplicemente: “Ci ho pensato”. Le email, ora depositate agli atti del Congresso, aggiungono un tassello a una relazione da tempo oggetto di sospetti e speculazioni. Epstein, in un altro messaggio, scriveva che Trump “sapeva delle ragazze”, riferendosi alle giovani – molte delle quali minorenni – che in seguito si scoprirono essere state vittime di abusi e sfruttamento sessuale. In un’ulteriore email, il finanziere si chiedeva come rispondere alle domande dei media sul loro rapporto, nel momento in cui Trump stava emergendo come figura politica nazionale.

La posizione della Casa Bianca

La Casa Bianca non ha risposto alle richieste di commento del New York Times. L’entourage di Trump, contattato da diversi media americani, si limita a ribadire che l’ex presidente “non ha mai avuto alcun ruolo” nelle attività criminali di Epstein. Trump stesso, nel corso degli anni, ha più volte negato di aver avuto una “lunga amicizia” con il finanziere. Ha ammesso che i due si conoscevano ma ha sostenuto che la loro relazione si fosse interrotta da tempo, dopo un litigio. Tuttavia, la pubblicazione delle mail di Epstein su Trump rischia di riaccendere uno dei dossier più sensibili della politica americana. A Capitol Hill, i Democratici chiedono chiarimenti sull’operato dell’amministrazione Trump in relazione al caso Epstein e sulla decisione. Mai spiegata del tutto, di non rendere pubblici integralmente tutti i documenti collegati al finanziere.

L’analisi del NyT

Il New York Times osserva che la questione ha già diviso il fronte Repubblicano, mentre alcuni sostenitori di Trump hanno espresso irritazione per la gestione opaca della vicenda. Il dibattito, in parte oscurato dallo shutdown governativo ancora in corso, rischia di tornare al centro della scena politica americana. Con possibili conseguenze anche nella campagna elettorale in vista del 2026. Se confermate, le email potrebbero delineare un quadro in cui Epstein cercava di proteggere Trump, ma al tempo stesso lasciava intendere che l’allora imprenditore fosse a conoscenza dei suoi traffici. Un intreccio pericoloso, che getta nuove ombre su una delle figure più controverse della politica statunitense contemporanea e riporta al centro del dibattito pubblico una domanda rimasta irrisolta: quanto sapeva davvero Donald Trump delle attività di Jeffrey Epstein?


Torna alle notizie in home