Patriarcato da esposizione: in mostra cliché e caricature
Un manichino maschile siede in poltrona con una birra in mano e altre tre sul tavolino; accanto a lui, la figura femminile impugna una scopa. Almeno ci hanno risparmiato lo stereotipo dell’uomo in canottiera che impreca davanti alla partita, ma per il resto ci sono tutti i cliché: il maschio dominante e la donna succube intrappolata in un rapporto tossico.
E questa installazione è solo una delle “scene di quotidianità” messe in mostra in un museo appositamente dedicato: a Roma ha aperto il Mupa, il Museo del Patriarcato. Ora, secondo la definizione, il patriarcato è “un sistema sociale, culturale ed economico in cui il potere è detenuto prevalentemente dagli uomini”.
L’intento dei promotori era denunciare la condizione femminile in certi contesti, come quelli regolati dal diritto di famiglia musulmano basato sulla Shari’a? Non ne siamo troppo sicuri. Del resto, “è colpa del patriarcato” è ormai la frase più ripetuta – da femministe e non – ogni volta che ci troviamo di fronte a episodi di violenza sulle donne che, sia ben chiaro, vanno sempre perseguiti e condannati senza appello in ogni possibile manifestazione, da quella verbale a quella fisica.
E, non meno grave, nella sua declinazione più subdola: quella online. Proprio in questi giorni la procura di Roma ha scoperto che tra gli amministratori del famigerato gruppo Facebook “Mia moglie” nel quale, prima di essere chiuso per diffusione illecita di immagini e video intimi venivano pubblicate foto di mogli e compagne inconsapevoli esposte ai commenti volgari degli iscritti, ci fosse anche una donna. Insomma, altro che patriarcato: più una caricatura da esposizione che una realtà concreta.
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