Due palestinesi sono stati uccisi dopo aver attraversato la Linea Gialla di Gaza, che delimita la zona di ritiro delle Forze di Difesa israeliane, in due distinti incidenti avvenuti nel nord dell’enclave. Sono stati identificati come “miliziani” dai riservisti della Brigata Carmeli. L’esercito ha indicato che si sono avvicinati e “hanno rappresentato una minaccia immediata”. “Le truppe hanno aperto il fuoco e hanno eliminato i miliziani per rimuovere la minaccia”, si legge ancora in una nota dei militari. Il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che 356 persone sono state uccise negli attacchi israeliani a Gaza dopo il cessate il fuoco.
La grazia a Netanyahu infiamma il dibattito in Israele
Alleati e sostenitori del premier israeliano Benjamin Netanyahu stanno intensificando la pressione sul presidente Isaac Herzog per indurlo a concedergli la grazia. In un’intervista rilasciata al canale di notizie di destra israeliano i24, il ministro israeliano per la protezione dell’ambiente, Idit Silman (Likud), ha sostenuto che Herzog dovrebbe farlo “per il bene del popolo israeliano” e per “l’unità del popolo”, avvertendo che, in caso contrario, dovrebbe intervenire il presidente statunitense Donald Trump, anche con misure che “potrebbero includere sanzioni contro alti funzionari del sistema giudiziario israeliano”.
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha detto durante la riunione del suo partito che “eliminare la corruzione nel sistema giudiziario è fondamentale, e altrettanto importante è la grazia per il primo ministro, che porterà alla riconciliazione e al suo risanamento”. “La stessa corruzione – ha proseguito – ha portato alla persecuzione del primo ministro e a incastrarlo per i casi a cui stiamo assistendo”. I guai giudiziari del capo dell’esecutivo, a suo avviso, deriverebbero dalle condotte altrui.
Dopo aver manifestato davanti la casa di Herzog a Tel Aviv per chiedergli di non fare sconti a Netanyahu, decine di dimostranti si sono assiepati fuori il tribunale della capitale israeliana. Alcuni indossavano la tuta arancione da detenuti.
Ancora violenze in Cisgiordania
La presidenza dell’Autorità nazionale palestinese ha condannato “gli attacchi terroristici” contro quattro attivisti stranieri, tre italiani e un canadese, in Cisgiordania. “La presidenza ha messo in guardia dalla gravità di questi atti terroristici che violano il diritto internazionale, ritenendo il governo israeliano pienamente responsabile delle gravi ripercussioni che queste operazioni terroristiche avranno sui cittadini e sui loro sostenitori”, recita un comunicato riportato dall’agenzia Wafa.
Per l’Anp, “i tentativi delle autorità di occupazione, tra cui il terrorismo dei coloni, di sfollare il popolo palestinese dalla sua terra” non devono restare “impuniti”. Rinnovato l’appello alla comunità internazionale affinché chiami questi criminali assassini “a rispondere delle loro azioni, imponendo sanzioni a loro e alle autorità occupanti che forniscono loro sostegno e protezione”.
Italia e Canada vogliono misure concrete contro i coloni israeliani
L’accaduto ha provocato la reazione italiana. “Ci aspettiamo da Israele risposte più forti nei fatti” rispetto alle violenze in Cisgiordania perché “c’è la necessità do fermare le azioni violente da parte dei coloni”, ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo a ‘Mattino Cinque’ su Canale 5. “Le risposte diplomatiche vanno bene”, ha aggiunto Tajani, ma “speriamo che Israele incida in maniera determinante rispetto ai coloni”.
Il titolare della Farnesina ha poi definito “inaccettabili gli attacchi contro gli attivisti italiani in Cisgiordania” e ha ricordato che è stato approvato un documento dei ministri degli Esteri di Italia, Francia e Gran Bretagna “per condannare quello che sta accadendo in Cisgiordania, gli attacchi ai villaggi e alle persone”. Il vicepremier ha sottolineato l’assoluta contrarietà all’annessione della Cisgiordania da parte dello Stato ebraico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riceverà venerdì alle ore 15.30 a Palazzo Chigi il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, conosciuto anche come Abu Mazen.
Duro il ministero degli Esteri canadese. Opposizione a qualsiasi azione o discorso sull’annessione dei territori palestinesi. La posizione del Paese è che “gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata sono illegali secondo il diritto internazionale”.