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Salute

Roberto Valeriani racconta la bellezza equilibrata che guida la chirurgia estetica

di Redazione L'Identità -


“Nella chirurgia estetica contemporanea non si inseguono più standard rigidi e omologanti. Si ricerca armonia e proporzione: è la base di un risultato bello ma naturale, non artefatto, e soprattutto apprezzato dal paziente”. Così il professor Roberto Valeriani, chirurgo plastico ed estetico e docente alla Facoltà di Medicina dell’Università Internazionale Unicamillus di Roma, sintetizza la sua filosofia professionale. L’occasione è il raffinato Beauty Cocktail organizzato per gli auguri di Natale al Leon’s Place Hotel, che ha riunito giornalisti e volti della cultura e dello spettacolo. “Il mio obiettivo è sempre un risultato duraturo, che armonizzi senza stravolgere e che rispetti l’età e le esigenze della persona”.

Interventi che rinfrescano e non trasformano: è corretto?

“Assolutamente sì. Non condivido l’idea della trasformazione. Mi piace valorizzare ed enfatizzare ciò che è già nostro, la nostra bellezza e i nostri particolari”.

Le richieste dei pazienti vanno in questa direzione?

“Nella maggior parte dei casi sì, anche se molto dipende dall’età. Le più giovani desiderano correggere ciò che non piace, dal naso un po’ pronunciato a piccole adiposità localizzate come le culotte de cheval. Gli uomini, invece, puntano soprattutto su un viso più fresco, riposato e curato”.

Gli uomini sono davvero in aumento?

“Decisamente. I numeri non sono ancora equivalenti a quelli femminili, ma non siamo lontani. Anche gli uomini oggi vogliono sentirsi a proprio agio con la loro immagine: rughe marcate, pelle trascurata o piccoli inestetismi del volto creano insoddisfazione anche in loro. Il volto è il nostro biglietto da visita, è la prima cosa che notiamo in una persona”.

Quanto è importante educare i pazienti al rapporto tra aspettative e realtà?

“Fondamentale. La maggior parte delle controversie medico-legali nasce da una comunicazione sbagliata e da aspettative irrealistiche. Se il medico dedica tempo e spiega con chiarezza cosa è possibile ottenere e quali limiti non si possono superare, il paziente non rimarrà deluso”.

Niente più pazienti con la foto di una modella o un’influencer presa da Instagram?

“Si sono evolute! Ora mostrano foto proprie, ma modificate con filtri e programmi. Chiedono quel risultato, che però non è realistico né realizzabile. Su una foto si può fare tutto, su un corpo umano no”.

Essere un professionista quarantenne crea un’intesa con i pazienti giovani?

“Sì, lo percepisco spesso. Un paziente giovane si sente compreso da un medico coetaneo: pensa che condividiamo lo stesso linguaggio estetico e un gusto contemporaneo. Questo aumenta la fiducia, purché ci si mantenga aggiornati”.

L’intelligenza artificiale applicata al suo settore è un’opportunità?

“È una grande risorsa, ma va spiegata con attenzione. Per noi medici è utilissima perché consente di mostrare anteprime molto vicine alla realtà. Ma noi conosciamo limiti, proporzioni e funzionalità, quindi la correzione che mostriamo tramite AI è sempre calibrata. Se invece il paziente usa l’AI da solo e chiede un naso ’alla francese’ senza considerare anatomia e respirazione, è chiaro che il risultato non è realistico”.

Siamo in pieno periodo di party natalizi e si avvicina il Capodanno: boom di richieste?

“La chirurgia ’last minute’ prima di un evento speciale è un classico. Un fenomeno curioso di questo periodo è il trattamento estetico regalato dal partner come dono di Natale”.

Quindi adesso non solo non si nega più al fidanzato il ricorso al filler o al botox ma addirittura si chiede come regalo?

“Esatto, succede sempre più spesso. I partner acquistano i voucher per i trattamenti, soprattutto se la persona è già una paziente fidelizzata. Parlare apertamente di medicina estetica, sia con le amiche che con il compagno, non è più un tabù: basta guardare i social, dove molte donne postano foto in studio con il proprio medico ringraziandolo a fine trattamento”.


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