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Cronaca

Vandalizzare i presepi e sentirsi gangster, un gesto idiota spacciato per ribellione

Ragazzini vandalizzano presepi per vantarsi online. Spacconate ridicole, casi in aumento, cittadini sempre più sdegnati e furiosi.

di Marzio Amoroso -


Vandalizzare i presepi è la nuova tendenza di questi fenomeni dipendenti dai Social. C’è qualcosa di profondamente triste nella deriva di certi adolescenti che, convinti di essere dei piccoli fuorilegge, trasformano il vandalismo in un contenuto da postare in rete. L’episodio di Carnago, in provincia di Varese, è emblematico. Nella piazza centrale, un gruppetto di ragazzini ha pensato bene di infilare una bottiglia di gin nella mangiatoia del presepe, filmare tutto e vantarsene online. Un capolavoro di stupidità travestito da “impresa”.

Da “boss de’ noantri” a pisciallètto dopo essere stati identificati

Il copione è sempre lo stesso, spacconate, video, risatine, like. Poi arrivano le forze dell’ordine, si risale ai nomi, e i “bulletti di TikTok” si sciolgono come neve al sole. Quelli che si atteggiavano a duri diventano all’istante dei pisciallètto, incapaci perfino di reggere lo sguardo degli adulti che devono spiegare loro la differenza tra “fare i fighi” e fare danni veri.

Un fenomeno che cresce e che fa arrabbiare tutti

I casi si moltiplicano in tutta Italia, presepi rotti, statue rubate, addobbi distrutti. Non è più una bravata isolata, ma una deriva comportamentale che sta esasperando cittadini e amministrazioni. La gente è sdegnata, stufa, incazzata. Perché i presepi non sono solo un simbolo religioso, sono un pezzo di comunità, un gesto di cura collettiva, luoghi che appartengono a tutti.

La verità? Non c’è nulla di ribelle, solo vuoto

Questi ragazzi non stanno sfidando il sistema, non stanno lanciando messaggi, non stanno facendo satira. Stanno solo mostrando un vuoto enorme, culturale, emotivo, educativo. E quel vuoto lo riempiono con la prima stupidaggine che gli passa per la testa, purché faccia views.

Serve dire le cose come stanno

Non sono “ragazzate”. Sono atti di vandalismo. E chi li compie non è un ribelle, ma un idiota che danneggia un bene pubblico e si auto‑umilia davanti a tutto il paese. E forse è proprio questo il punto, non hanno ancora capito quanto poco fanno ridere e quanto speriamo debbano pagare. Una pena da inserire in questi casi? Il divieto di usare i Social e frequentare luoghi pubblici per un periodo da stabilire in base ai danni fatti.


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