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Arrestato camorrista alla vigilia di Natale: fine della latitanza dietro un termosifone

di Andrea Scarso -


Un arresto arrivato quando la città si prepara alle feste, dopo tre anni di ricerche e un nascondiglio che sembra uscito da un film. Alla vigilia di Natale si è chiusa la latitanza di Ciro Andolfi, 49 anni, considerato uno dei camorristi più pericolosi ancora in circolazione. L’arresto del camorrista alla vigilia di Natale segna un nuovo colpo alla criminalità organizzata napoletana.

Il blitz a Barra, mentre la città si preparava al Natale

Mentre a Napoli si accendevano le luci e le famiglie si preparavano al cenone, i carabinieri del Nucleo Investigativo portavano a termine un’operazione pianificata da mesi. Il blitz è scattato nel quartiere Barra, nella periferia orientale della città, all’interno di un appartamento di via Giulia Lama.

È lì che i militari hanno trovato Andolfi. Non nascosto in una stanza segreta o in un seminterrato, ma dietro un termosifone. Il radiatore, apparentemente normale, celava un passaggio ricavato nella parete che conduceva a un vano angusto, sufficiente a renderlo invisibile durante eventuali controlli.

Tre anni di latitanza e una lunga lista di reati

Ciro Andolfi era irreperibile dal 2022. Il suo nome figurava nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi d’Italia, redatto dal Ministero dell’Interno. Le condanne da scontare sono pesanti: oltre otto anni di carcere per associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo camorristico e corruzione.

Una carriera criminale che lo aveva reso un punto di riferimento all’interno del clan Andolfi-Cuccaro, attivo da anni nell’area orientale del capoluogo campano.

Il bunker domestico e le indagini

Il nascondiglio racconta molto della determinazione del latitante a sfuggire alla cattura. Dietro il termosifone, perfettamente mimetizzato, si apriva uno spazio ricavato nella muratura. Un rifugio spartano e claustrofobico, ma efficace.

Per individuarlo sono stati necessari strumenti tecnologici avanzati e un lavoro investigativo meticoloso, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Appostamenti, analisi dei movimenti e attività tecniche hanno permesso di stringere il cerchio attorno all’appartamento.

Un colpo al clan e un segnale al territorio

L’arresto di Andolfi rappresenta un duro colpo per il clan di appartenenza, che perde una figura di rilievo. Ma è anche un messaggio chiaro: anche le latitanze più lunghe e i rifugi più ingegnosi prima o poi finiscono.

Con questa cattura salgono a 22 i latitanti arrestati quest’anno dal Comando provinciale dei carabinieri di Napoli. Un dato che fotografa l’intensità dell’azione di contrasto alla camorra, ma anche la complessità di un fenomeno ancora profondamente radicato.

Natale in cella, non nel bunker

Per Ciro Andolfi questo Natale non sarà trascorso dietro un termosifone, ma in una cella. Le indagini però non si fermano: dietro ogni arresto restano reti da smantellare e altri latitanti da rintracciare.

La lotta alla criminalità organizzata, anche nei giorni di festa, continua. E l’arresto del camorrista alla vigilia di Natale diventa l’ennesimo capitolo di una battaglia che a Napoli non conosce tregua.

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