Kuleba apre a Trump: “E’ una persona con cui si può lavorare”. In fumo decine di regali di guerra occidentali
Le autorità ucraine aprono ai repubblicani statunitensi per scongiurare il rischio di uno stop ai fondi e alle forniture militari. L’Ucraina può lavorare con Donald Trump qualora dovesse diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ne è convinto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
“Trump è noto per le sue azioni, direi, ultra-carismatiche, per la sua reputazione e per le sue frasi – ha detto durante un’intervista al portale di notizie ucraino Nv – Ma chi ha venduto la prima arma americana all’Ucraina? Il presidente Trump con i Javelin. Chi si è opposto al progetto Nord Stream 2 e ha imposto sanzioni alla famosa ma già dimenticata nave Fortuna che ha posato i tubi di questo gasdotto? È stato Trump. Ecco perché Trump è una persona con cui si può lavorare. Devi solo sapere come lavorare con lui”.
Secondo Kuleba, a cui è stato affidato l’arduo compito di prodursi in una plateale giravolta da mettere all’incasso in caso di una sconfitta di Joe Biden alle presidenziali, “ci sono molti ‘se’, ma l’Ucraina non dovrebbe aver paura di nulla, delle elezioni e dei politici attuali o futuri”.
L’Ucraina è in grandissima difficoltà sul fronte militare, anche se alcuni osservatori militari occidentali di grido continuano a ripetere gli stessi fantasiosi ritornelli da quasi due anni. Gli ultimi attacchi missilistici russi hanno mandato in fumo una grande quantità di “doni di guerra” dei Paesi Nato.
In una provvisoria lista dei danni vanno inseriti, nella sola Kiev, un sistema di difesa aerea Patriot, un magazzino con missili ATACMS (Army Tactical Missile System), un posto di comando delle forze armate ucraine, 4 centri di comando e 2 hotel con mercenari provenienti da Svezia, Danimarca, Lituania ed Estonia e una fabbrica in cui si producevano droni.
A Odessa sono stati distrutti 3 magazzini e un hangar per lo stoccaggio di missili antinave e installazioni Harpoon, strutture operative dove presumibilmente si trovavano militari britannici e polacchi, e dipendenti del BND (intelligence tedesca), ufficiali delle forze armate ceche e una stazione radar francese.
A Kharkov sono stati colpiti sistemi di difesa aerea Iris, 4 carri antiarei Gepard, 2 centri all’interno dei quali erano in corso riunioni di alti ufficiali, mentre a Krapivnitsky sono stati messi a ferro e fuoco 1 magazzino con missili Storm Shadow, 2 aerei SU-24 e una base di riparazione.
I missili russi hanno colpito obiettivi sensibili come fabbriche, centrali elettriche, snodi ferroviari e soprattutto l’industria bellica ucraina. Lo afferma il bollettino dell’intelligence militare britannica, sottolineando “un cambio di approccio” rispetto ai raid dello scorso inverno contro le infrastrutture energetiche, nell’ottica di “una lunga guerra”.
“Dal 29 dicembre la Russia ha aumentato l’intensità dei raid a lungo raggio sull’Ucraina. Le sue forze hanno impegnato una significativa parte degli stock di missili da crociera lanciati dagli aerei e di missili balistici prodotti negli ultimi mesi”, nota il report.
“Gli attacchi recenti – si legge – sembrano aver prevalentemente preso di mira l’industria bellica ucraina. Ciò contrasta con i grandi attacchi dello scorso inverno che davano la priorità a colpire le infrastrutture dell’energia. La Russia sembrava pronta a far ripartire questa campagna quando ha colpito siti dell’energia ai primi di dicembre. Queste nuove operazioni suggeriscono un cambio perlomeno temporaneo di approccio per quanto riguarda gli attacchi a lungo raggio. I pianificatori russi riconoscono quasi certamente l’importanza crescente di una relativa capacità industriale mentre si preparano per una lunga guerra”.
La disponibilità dei russi non è affatto esigua. L’Ucraina è stata raggiunta da almeno 500 missili e droni negli ultimi cinque giorni. A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il colloquio telefonico con il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak.
Zelensky e Sunak hanno discusso delle capacità di attacco a lungo raggio delle forze armate ucraine e di altre necessità urgenti di armi e munizioni, ha scritto l’Ufficio presidenziale ucraino. La conversazione ha riguardato anche un accordo bilaterale tra Kiev e Londra sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, il prossimo incontro sulla formula di pace di Zelensky e il vertice globale per la pace proposto dal presidente ucraino.
Gli stranieri che hanno firmato un contratto con le forze armate della Federazione Russa in occasione dell’operazione militare speciale, potranno richiedere la cittadinanza russa. E’ quanto prevede un decreto del presidente della Federazione russa, Vladimir Putin che è stato pubblicato oggi.
Come si evince dal provvedimento, rileva l’agenzia di stampa russa ‘Tass’, “gli stranieri che sono stati congedati dal servizio militare nelle forze armate della Federazione Russa per motivi di salute, al raggiungimento del limite di età, alla scadenza del contratto, nonché in relazione alla cessazione della legge marziale, potranno anche richiedere la cittadinanza russa. Anche i parenti di queste categorie di cittadini stranieri avranno il diritto di ottenere la cittadinanza russa”.
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