Cultura & Spettacolo

A Napoli la chiave del mistero della Monna Lisa

di Angela Arena -


Per promuovere la creatività e lo sviluppo economico-culturale del nostro Paese, sarà celebrata il prossimo 15 aprile la Giornata nazionale del Made in Italy che coincide con l’anniversario della nascita di uno dei più grandi geni italiani della storia dell’umanità, nonché autore della Monna Lisa Leonardo Da Vinci. Saranno molte anche le iniziative volte ad omaggiare l’autore del quadro più celebre e discusso al mondo, oggi esposto al Museo del Louvre di Parigi e ammirato da una media di 30mila visitatori al giorno.

Fino al 26 maggio, all’interno del parco del Valentino è in corso la presentazione della “Prima Monna Lisa”, ovvero il dipinto raffigurante Lisa del Giocondo, la donna fiorentina divenuta celebre come Monna Lisa, realizzato circa dieci anni prima dell’iconico quadro. Da uno studio ultratrentennale dell’ente svizzero no-profit Mona Lisa Foundation, risulterebbe che siano sempre esistite due versioni della Gioconda: la prima, lasciata incompiuta e commissionata a Firenze tra il 1503 ed il 1506, raffigurante una Lisa ventenne seduta tra due colonne, mentre la seconda, dipinta a Roma e portata a termine un decennio dopo, quando la donna avrebbe avuto circa trent’anni.

Già nel 1584, il pittore e saggista Gian Paolo Lomazzo accennava a due differenti dipinti attribuiti a Leonardo, tuttavia, ciò che contribuì ad infittire il mistero della dama ritratta fu la definizione che ne fece il trattatista nella sua “Idea del tempio della pittura” parlando di una “Mona Lisa Napoletana”, dopo aver visto il dipinto della Gioconda nel castello di Fontainebleau. In virtù di una ricerca condotta dell’esperto d’arte Luca Tomio, dietro lo sguardo ipnotico della Gioconda non si celerebbe Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo come ipotizzato dal Vasari, bensì Isabella d’Aragona, nipote del re di Napoli. Nella sua “Leonardo Da Vinci. Le radici umbre del genio”, Tomio, basandosi su riscontri topografici, afferma che alle spalle della nobildonna non vi sarebbe il paesaggio toscano, ma quello tipico delle Prealpi lombarde dove Isabella, moglie di Giangaleazzo Maria Sforza e Signora di Milano, trascorse gran parte della sua vita e dove conobbe Leonardo, all’epoca ingegnere di Corte, con cui, secondo la storica tedesca, Maike Vogt-Luerssen, ebbe addirittura una relazione amorosa con tanto di figli. Altro dettaglio che desta l’interesse degli studiosi sull’identità della misteriosa dama velata a lutto, risiederebbe nel vestiario: nel 1494 Isabella rimase vedova e indossava il velo in segno di lutto, mentre nel 1512, anno in cui fu dipinta la Monna Lisa, le morì il figlio.


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