Allarme cinghiali, arriva il pugno duro di Gualtieri: “Sarà il loro ultimo anno a Roma”
Il sindaco della Capitale traccia la strada da seguire per mettere fine ad un problema che, tra attacchi sempre più frequenti e peste suina, rischia di mettere a serio rischio l’incolumità dei cittadini
Cinghiali 'urbani'
A Roma è sempre più emergenza cinghiali. Dopo i numerosi casi di segnalazioni e aggressioni delle ultime settimane, con i cittadini della Capitale letteralmente “assediati” (come testimoniato dai numerosi video circolati in rete) il sindaco Roberto Gualtieri promette battaglia: “Abbiamo le zone rosse con recinzioni, nuovi cassonetti rafforzati in queste zone. La peste suina ridurrà il numero dei cinghiali, poi ci saranno anche le misure di abbattimento. Sarà l’ultimo anno con i cinghiali a Roma”. Una vera e propria strategia “militare” quella messa in campo dal Comune di Roma che, sempre stando alle parole dell’ex ministro dell’Economia, sarebbe mancata in questi anni: “I cinghiali sono anche una conseguenza del fatto che per anni Roma è stata molto sporca, sicuramente non è l’unica causa: non sono state fatte politiche di contenimento negli anni scorsi, per esempio”.
Oggi è previsto l’arrivo dell’ordinanza che istituirà la zona rossa in alcune aree del Comune di Roma come annunciato dal ministro della Salute Roberto Speranza. La richiesta, arrivata direttamente dall’Unione Europea, è stata accolta dalla Regione Lazio che nei giorni scorsi aveva istituito la soglia di allerta con una ordinanza regionale; ora grazie all’arrivo dell’ordinanza ministeriale le misure saranno più severe e, oltre alla delimitazione delle zone e al contenimento, si potrà procedere da subito con l’abbattimento selettivo. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aveva sottolineato l’impegno a “riportare i cinghiali al loro habitat naturale, che non possono essere i nostri centri storici o i nostri campi coltivati. Dobbiamo tutelare i nostri comparti e l’obiettivo deve essere una sensibile riduzione dei cinghiali sul nostro territorio”.
Ma se a Roma l’allarme cinghiali sta portando i cittadini all’esasperazione, come dimostra il cucciolo decapitato ritrovato oggi al parco dell’Insugherata, la questione del rischio sanitario collegato alla peste suina e ai danni per allevatori e agricoltori causati dall’eccessiva proliferazione riguarda la maggior parte delle regioni italiane. “In Piemonte e Liguria già questa settimana ci sarà la messa a terra di recinzioni che permetteranno di contenere il virus”, spiega sempre Costa. Il contenimento della peste suina è dunque un affare nazionale, considerando che il comparto suinicolo vale oltre 7 miliardi di euro. Sulla questione è intervenuta anche Coldiretti che ha chiesto “un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola dove sono saliti a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette”.
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