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Antitrust sanziona Sky Italia per pratiche scorrette

L'Autorità ha irrogato una sanzione per un totale di 3,2 milioni di euro

di Mauro Trieste -


L’Antitrust ha sanzionato Sky Italia per un totale di 3,2 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette. In dettaglio, si legge nel Bollettino diffuso dall’Autorità, è stata decisa una sanzione di 2 milioni per “l’ngannevolezza delle comunicazioni di aumento dei costi degli abbonamenti ai servizi Tv Sky”, di 800 mila euro per l’applicazione di tali aumenti a offerte Tv di Now il cui claim (‘finché non disdici’) induceva a pensare che ne fossero escluse”, e di 1,4 milioni per avere prospettato alla clientela “offerte vantaggiose, con finalità di customer retention, confezionate in particolare mediante l’attivazione di pacchetti Tv aggiuntivi o servizi accessori (Sky Wi-Fi), le cui condizioni promesse vengono sistematicamente disattese in fattura”.

La reazione di Sky Italia

“Siamo stupiti dalla sanzione comunicata oggi dall’Autorità, perché arriva nonostante le azioni messe in campo da Sky con l’obiettivo condiviso di rafforzare ulteriormente la trasparenza dei processi aziendali e di porre sempre il cliente al centro. Restiamo convinti della correttezza del nostro operato e ci riserviamo di valutare tutte le azioni necessarie nelle sedi più opportune”, scrive Sky Italia in un comunicato.

Il commento di Massimiliano Dona

“Bene, ottima notizia, ma non basta. Da anni denunciamo la pratica oramai consolidata di tante, troppe, società, di comunicare le modifiche contrattuali scomode e gli aumenti di prezzo in modo poco visibile e poco evidente”, spesso “nei mesi estivi, durante i tipici periodi di ferie” e per questo “avevamo chiesto regole più stringenti sia alle singole Authority, da Arera all’Agcom, sia al legislatore nell’ambito dell’inutile e insignificante legge annuale sulla concorrenza”. Questo il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Abbiamo chiesto ad esempio – continua Dona – che per ogni variazione unilaterale delle condizioni contrattuali e ogni rinnovo delle condizioni economiche che implica un aumento dei prezzi, sia richiesto un previo e consenso espresso da parte del cliente. Stop, insomma, al principio del silenzio assenso. In subordine al consenso espresso, serve che vi sia una comunicazione ad hoc e che vi sia la conferma del cliente dell’avvenuta lettura.


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