Politica

Botta e risposta a distanza tra Tajani e Salvini

di Giuseppe Ariola -


Archiviata la sfida dei referendum che ha visto il centrodestra sostanzialmente coeso su una linea comune, la compattezza della maggioranza, complice uno scontro a distanza tra Tajani e Salvini, è tornata a scricchiolare sui temi al centro dell’agenda politica. Nonostante uno dei quesiti sottoposti alla consultazione popolare riguardasse proprio la cittadinanza, chiuse le urne, Forza Italia con Antonio Tajani ha immediatamente rilanciato sullo Ius Scholae e sull’apposita proposta di legge degli azzurri. La reazione della Lega, da sempre contraria a qualsiasi tipo di norma utile a facilitare il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri, non si è fatta attendere ed è stato lo stesso Matteo Salvini a chiudere per l’ennesima volta all’iniziativa degli alleati.

Forza Italia però, mostra i muscoli e si dice intenzionata ad andare avanti

Ancora una volta, a ribadire la linea è stato il segretario del partito che ieri, a margine dell’Assemblea Generale di Confcommercio, ha controreplicato all’alleato del Carroccio tirando in ballo addirittura il programma con il quale il centrodestra si è presentato alla elezioni. Uno dei punti, ha sottolineato Tajani, prevede proprio che “il centrodestra lavorerà per favorire l’integrazione sociale ed economica degli immigrati regolari che vivono in Italia”. Ma neanche su questo Salvini conviene e parlando con i giornalisti al Senato si dice convinto che gli elettori del centrodestra chiedono il contrario, ovvero di “intervenire con più rigore su chi ha il permesso di soggiorno e commette reati”. Poi l’invito a lavorare “per unire su temi comuni, non su temi che dividono”. Eppure, anche rispetto a dossier sui quali apparentemente si registra un’unità di intenti tra gli alleati di governo, come il fisco, una linea effettivamente comune sembra mancare. Nel videomessaggio inviato da Giorgia Meloni alla kermesse di Confcommercio, la premier ribadisce per il secondo giorno di fila che il governo si è posto “l’obiettivo di abbassare le tasse a tutti e di costruire un rapporto più giusto ed equilibrato tra Stato e contribuenti”. Proposito assolutamente condiviso dal padrone di casa Carlo Sangalli che evidenzia “la necessità di ridurre le tasse su chi crea ricchezza, benessere e buona occupazione”. Ma se il vicepremier Tajani, in scia con quanto annunciato da Giorgia Meloni, ribadisce la necessità di sostenere il ceto medio e insiste con il taglio strutturale di due punti del secondo scaglione Irpef, da effettuare prima della rottamazione delle cartelle esattoriali cara alla Lega, nel corso del consiglio federale del partito Matteo Salvini ha chiarito che la “pace fiscale” non è una soluzione alternativa ad altre proposte degli alleati, ma “complementare” e l’obiettivo temporale è quello della prossima legge di Bilancio. Difficilmente, però, si potranno introdurre entrambe le misure, tantomeno contestualmente, nonostante i dati economici e quelli occupazionali, snocciolati dal ministro Adolfo Urso sempre dall’Auditorium della Conciliazione, rendano il governo ottimista. Il titolare del dicastero del Made in Italy ha infatti ricordato come il taglio del cuneo fiscale e il rinnovo dei contratti, tra cui proprio quello del commercio, abbiano aumentato il potere d’acquisto delle famiglie e di come questo, insieme alla ripresa della produzione industriale, abbia rilanciato un sentiment di fiducia.


Torna alle notizie in home