Attualità

Cala l’inflazione in area euro ma l’Ocse resta in guardia. Scende la disoccupazione, anche in Italia

di Giorgio Brescia -


L’inflazione annua nell’area euro è calata all’1,9% in maggio, rispetto al 2,2% di aprile, secondo la stima flash di Eurostat. Il dato è inferiore alle attese del mercato. Al netto di cibo, alcol, tabacchi ed energia, l’inflazione core (la misura dell’aumento medio dei prezzi escludendo dal conteggio i beni soggetti a forte volatilità di prezzo come energia e generi alimentari) diminuisce dal +2,7% di aprile al +2,3% di maggio. Tra le varie componenti, in maggio il settore alimentare, alcol e tabacco dovrebbe registrare il tasso annuale più elevato (3,3%, rispetto al 3% di aprile), seguito dai servizi (3,2%, rispetto al 4% di aprile), dai beni industriali non energetici (0,6%, stabile rispetto ad aprile) e dall’energia (-3,6%, stabile rispetto ad aprile).

Ma l’inflazione rimane un incubo per l’Ocse. “Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un aumento significativo delle barriere commerciali e dell’incertezza nelle politiche economiche e commerciali”, un fenomeno che “ha avuto un impatto negativo sulla fiducia di imprese e consumatori ed è destinato a frenare il commercio e gli investimenti”. Così la segnalazione nell’Economic Outlook che vede “in questo contesto difficile e incerto” una revisione rivisto al ribasso delle proiezioni di crescita” globale che dovrebbe scendere dal 3,3% nel 2024 a un modesto 2,9% sia nel 2025 che nel 2026. “Le prospettive economiche indebolite si faranno sentire in tutto il mondo, quasi senza eccezioni”continua l’organizzazione che evidenzia anche il persistere di una “inflazione dei prezzi dei servizi che rimane pervicacemente elevata” e – si osserva – “il protezionismo sta aumentando queste pressioni inflazionistiche con aspettative aumentate notevolmente in diversi paesi”.

L’Ocse stima che l’inflazione dovrebbe scendere a livelli target delle banche centrali entro il 2026 nella maggior parte dei paesi, ma che comunque “ci vorrà più tempo per raggiungerli e nei Paesi più colpiti dai dazi, l’inflazione potrebbe addirittura aumentare prima di scendere”. “Anche i rischi sono aumentati significativamente. C’è il rischio che il protezionismo e l’incertezza delle politiche commerciali aumentino ulteriormente e che vengano introdotte ulteriori barriere commerciali. Secondo le nostre simulazioni, ulteriori dazi ridurrebbero ulteriormente le prospettive di crescita globale e alimenterebbero l’inflazione, frenando ulteriormente la crescita globale” conclude l’Ocse.

Nei più recenti dati anche un calo della disoccupazione, secondo Eurostat. Nello scorso aprile nell’area euro il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,2%, in calo dal 6,3% di marzo e dal 6,4% dell’aprile 2024. Il dato è in linea con il consensus, la media delle attese degli analisti: nell’Ue è stato del 5,9%, stabile rispetto a marzo e in flessione dal 6% di un anno prima.

Arrivando in Italia, oggi il dato Istat. Ad aprile il numero di occupati, pari a 24 milioni 200mila, è stabile rispetto al mese precedente. Aumentano gli autonomi (5 milioni 182mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 652mila), mentre diminuiscono i dipendenti permanenti (16 milioni 366mila). L’occupazione cresce rispetto ad aprile 2024 (+282mila occupati), come sintesi della crescita di dipendenti permanenti (+345mila) e autonomi (+110mila) e del calo dei dipendenti a termine (-173mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,7%, quello di disoccupazione scende al 5,9% e il tasso di inattività sale al 33,2%.


Torna alle notizie in home