Cosa è successo alle azioni di Brunello Cucinelli
Dopo le accuse sugli affari in Russia, i titoli recuperano il 6% in Borsa. Chi sono e che fanno gli short seller
È da giorni che se ne parla: che sta succedendo alle azioni della maison di Brunello Cucinelli? Semplice: un fondo, Morpheus, ha accusato l’azienda di continuare a vendere in Russia mentre da Solomeo hanno sempre assicurato di rispettare le sanzioni che l’Europa ha inteso imporre al commercio con Mosca. Il risultato è che il titolo, dopo che le accuse del fondo sono state rilanciate dal Financial Times, è precipitato nel corso delle ultime sedute della scorsa settimana mentre, sempre secondo quanto ha riportato lo stesso quotidiano finanziario, la Consob – l’autorità di vigilanza sulle società quotate in Borsa a Milano – avrebbe aperto un’istruttoria per fare piena luce attorno alle accuse.
Le azioni riprendono fiato dopo il crollo, la difesa di Cucinelli
Secondo quanto sostengono i fondi di short-seller, ossia specializzati in vendite allo scoperto, Cucinelli non avrebbe mai del tutto smesso di commerciare con la Russia. E, facendolo, avrebbe mentito ai mercati e non solo a loro. Ricostruzioni che, da Solomeo, vengono smentite con nettezza. Gli affari in Russia pesano, rispetto all’intero fatturato dell’azienda, per circa il 2 per cento. E risultano in flessione superiore ai due terzi in termini di valore: la filiale russa, prima che l’Europa con le azioni e sanzioni limitasse gli affari, esportava beni per 16 milioni nel 2021. Oggi, o meglio nel 2024, il valore dell’export in Russia di Cucinelli non supererebbe i cinque milioni. Intanto, le azioni della maison oggi sono in netto recupero: +6 per cento a metà seduta, guaio rientrato. Più o meno. Ad agevolare il recupero la dichiarazione di anticipo della riunione del consiglio d’amministrazione al 1 ottobre.
Cosa fanno gli short seller
Ma chi è Morpheus che ha accusato Cucinelli e, più in generale, chi sono e cosa fanno sul mercato dei titoli e delle azioni i fondi short seller? Sono quelli che scommettono al ribasso. Tutto inizia con il prestito delle azioni. Titoli che vengono ceduti immediatamente al valore di mercato. Con quegli stessi soldi, poi, provano a riacquistare le stesse azioni a un prezzo diverso, scommettendo quindi sul loro deprezzamento. Solo a quel punto restituiscono i titoli presi a prestito. Il loro guadagno è dato dalla differenza tra il prezzo di vendita iniziale e quello di riacquisto finale. In estrema sintesi: si fanno prestare azioni che valgono 20, le rivendono a quel prezzo il giorno stesso. Poi quando il valore del titolo scende, magari a 15, le ricomprano restituendole all’intermediario che gliele ha prestate. Il guadagno, dunque, è di 5.
Torna alle notizie in home