Dal Po al Mississippi: 70 anni di Zucchero
Blues, soul e storie vissute, senza mai perdere l’ironia e la verità di chi sa osservare il mondo con occhi attenti e il sorriso sotto il cappello
Zucchero fa 70 anni. Ma lui li porta come si porta un vecchio cappello: con naturalezza, senza ostentazione. Sornione, ironico, con quell’occhio attento che sa cogliere le sfumature della vita e trasformarle in musica. Non è mai stato una star in posa: è uno che, tra una canzone e l’altra, potrebbe raccontarti una storia davanti a un bicchiere e farti sorridere, riflettere, a volte persino commuovere.
Ricordo quando uscì Blue’s. Quella musicassetta si consumò in fretta: la ascoltavi, la riascoltavi, e quando il nastro si arrotolava nel lettore, via di penna Bic a riavvolgerlo. In Italia si era già sentito qualcosa di simile, ma mai in maniera così viscerale. Ogni brano sembrava respirare, pulsare, e ti prendeva dentro senza chiedere permesso. Canzoni come Con le mani ti scalfivano l’anima, e Senza una donna ti lasciavano sospeso tra malinconia e forza, insegnandoti che il blues non è solo tristezza: è vita, tutta insieme.
Poi arrivarono le collaborazioni internazionali: Clapton, B.B. King, Sting, Bono, Pavarotti… Non erano solo duetti, erano incontri d’anima, conversazioni musicali tra mondi lontani. Con Luciano, tra risate e bicchieri di vino, succedevano quei miracoli che restano impressi, momenti che trasformano un palco in un luogo sacro e quotidiano allo stesso tempo.
La voce di Zucchero è rimasta ruvida come carta vetrata, ma capace di carezze inattese. Sul palco non recita, non si mette in posa: vive, improvvisa, ascolta e risponde. La sua musica è una piazza, una festa, un coro spontaneo che ti fa sentire parte del tutto senza mai perdere autenticità.
Quante volte abbiamo sentito l’attacco di Diamante e, in un attimo, riconosciuto quell’aria unica, quell’odore di blues vero? È la conferma che Zucchero non è un personaggio costruito: è autentico, ruvido e luminoso allo stesso tempo, uno che non ha bisogno di fronzoli per colpire, perché la sua musica parla da sola.
Grazie, Zucchero, per le emozioni che ci hai dato con la tua musica, che ci ha fatto ridere, riflettere e battere il cuore.
Buon Compleanno, “fratello di una notte d’estate”.
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