Politica

De Bello Sgarbico all’italiana: Ma Vittorio è prendere o lasciare

di Domenico Pecile -


Era il 23 ottobre 1987 quando apparve per la prima volta al Costanzo show. Era più magro, i capelli non ancora color cenere. Squadernò subito la sua vis polemica riuscendo a battibeccare duramente con il conduttore. Il quale anni dopo confidò che molti ospiti accettavano l’invito in tv a condizione che non ci fosse lui. Il suo epiteto preferito per attaccare gli interlocutori divenne capra, che in un talk show proferì contro un ospite 13 volte consecutive. Pungente, aggressivo, ma già noto critico d’arte, scrittore, uomo di vasta cultura. Impossibile da incasellare sotto ogni profilo. Spesso incline a cambiare schieramento. Qualcuno lo vorrebbe il più grande trasformista d’Italia, altri un astuto opportunista che ama stare alla corte dei vincenti da cui si fa pagare lautamente. Politicamente si è più volte definito liberale e libertario.

Si è dichiarato favorevole alla liberalizzazione delle droghe di ogni tipo: “Mai fatto uso di cocaina. Se la cocaina mi vede, si eccita”. Una lunga e doverosa premessa per arrivare alla stretta attualità. Eccola: incarichi d’oro, almeno 300 mila euro da febbraio a oggi per consulenze a enti pubblici e privati, convegni e giurie di premi, tra cui quella di Miss Italia dell’11 novembre prossimo. È quanto si legge in un’inchiesta del Fatto quotidiano. Nel mirino è finito proprio lui, il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, immediatamente scaricato dal ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano che invoca le sue dimissioni. “Sgarbi non l’ho scelto io e anzi cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che combina. Ho segnalato la cosa a Meloni e dato in mano all’Antitrust per verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me sembra di sì. Non dovrei essere io eventualmente a intervenire visto che il sottosegretario è nominato dal presidente del Consiglio”.

Nei corridoi di Palazzo Chigi si mormora che neppure il premier Meloni l’abbia presa bene visto che è ancora alle prese con il caso Santanchè e che tra crisi mediorientale e problemi di Bilancio ha la testa da tutt’altra parte e di certo non vorrebbe occuparsi anche di questo caso. Imbarazzo anche nel governo – che ha annunciato un approfondimento della vicenda – perché si è saputo anche che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo nei suoi confronti per un presunto mancato pagamento all’Agenzia delle entrate per una somma di circa 715 mila euro. Vicenda che risale all’ottobre del 2020 e sulla quale il critico d’arte ha anticipato una serie di azioni legali su quelle che ha definito “sequela di bugie”. Rispondendo invece al ministro, Sgarbi ha escluso di dimettersi dall’incarico governativo. “Se c’è la possibilità che mi dimetta? Nessuna. L’intervista di Sangiuliano a Il Fatto quotidiano – ha commentato – è falsa. Qualunque articolo viene pagato, come qualunque libro genera diritti d’autore. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo deve essere pagata”. Poi ha rincarato la dose: “L’intervista (del ministro a Il Fatto quotidiano) è falsa. La telefonata che mi ha fatto poche ore fa è esattamente di spirito contrario a quanto si legge in quella falsificazione”. Insomma, tanta carne al fuoco che trascinerà nella polemica l’intero agone politico. Ma alcune domande si pongono.

E cioè Sangiuliano ma anche Meloni sanno e sapevano chi è Vittorio Sgarbi, conoscevano anche una certa disinvoltura nel muoversi dentro i palazzi ed erano pure al corrente che spesso è refrattario al galateo istituzionale nonostante gli incarichi ottenuti a svariati livelli. A febbraio ne ricopriva ben 10 (“Ho il fisico, ce la faccio”). La sua vita è punteggiata da aneddoti, da scontri verbali durissimi, da polemiche infuocate. Insomma, nessuno oggi può dire “non lo sapevo”. Amato. Odiato. Ammirato. Montanelli lo definì un “volgare calunniatore”. A Benigni ricordò “il figlio impazzito di Wanna Marchi”. La descrizione più paradigmatica è quella di Egidio Moretti: “Un giorno Sgarbi è andato a Lourdes e gli è apparsa la Madonna. Dopo trenta secondi ci ha litigato”. Già, prendere o lasciare.


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