Delitto di Garlasco, il nodo dei capelli nel bagno di casa Poggi
Il delitto di Garlasco, a quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, continua a essere segnato da elementi oscuri. Tra questi, il caso dei capelli nel bagno della villetta di via Pascoli rappresenta uno dei punti più controversi. Reperti presenti sulla scena del crimine ma privi di un’identità genetica utile, che mantengono aperti interrogativi cruciali sulla dinamica dell’omicidio. Lo ha confermato la recente perizia della genetista Denise Albani, incaricata dal gip nell’ambito dell’incidente probatorio che si concluderà il prossimo 18 dicembre. Nel riesame complessivo dei reperti legati al delitto di Garlasco, l’esperta ha analizzato anche i tre capelli trovati sul tappetino del bagno. Elementi potenzialmente decisivi ma risultati, ancora una volta, inutilizzabili dal punto di vista biologico. Il 4 luglio scorso sono state esaminate le tracce corrispondenti ai tre capelli rinvenuti nel bagno.
Le risultanze della perizia
L’osservazione al microscopio elettronico ha evidenziato che i reperti “non possedevano caratteristiche idonee per la ricerca di DNA nucleare umano”. Per questo motivo, non sono stati sottoposti ad accertamenti biologici secondo il metodo interno accreditato. Un dato che assume particolare rilevanza se confrontato con la ricostruzione accolta nella sentenza definitiva. Secondo l’accusa e la Cassazione, Alberto Stasi si sarebbe lavato le mani nel lavandino del bagno dopo il delitto, lasciando impronte sul dispenser del sapone.
Proprio in questo contesto, il tema dei capelli rinvenuti nel bagno della villetta in cui si è consumato il delitto di Garlasco torna centrale nel dibattito investigativo. Nel corso delle indagini più recenti sono stati individuati anche altri capelli. Tra cui uno lungo circa tre centimetri trovato in un sacco della spazzatura. Nessuno di questi reperti, però, ha restituito informazioni genetiche utili. Fin dalle prime analisi del RIS di Parma nel 2007, i capelli hanno avuto un ruolo chiave.
L’incongruenza dei capelli nel bagno sulla scena del crimine del delitto di Garlasco
In totale ne furono catalogati 36 sulla scena del crimine, 29 nella pozza di sangue e 7 tra le dita della vittima. Solo un capello con bulbo consentì l’analisi del Dna nucleare, attribuito a Chiara Poggi. Altri 17 fornirono Dna mitocondriale compatibile con la vittima. Quattro capelli trovati nel lavandino del bagno furono tra gli elementi che, nel 2020, portarono i carabinieri di Milano a chiedere nuovi approfondimenti. I militari si domandano come sia possibile che lunghi capelli neri, diversi per colore da quelli di Stasi, non siano stati trascinati via dall’acqua.
E, soprattutto, perché se il lavandino è stato ripulito dal sangue quei capelli sarebbero rimasti. Il mistero dei capelli nel bagno di casa Poggi resta dunque irrisolto, pur rappresentando un elemento chiave nel comprendere la dinamica in cui si è consumato il delitto di Garlasco. Un dettaglio solo in apparenza marginale che continua a mettere in discussione la coerenza della scena del crimine e a ricordare come, nel delitto di Garlasco, non tutte le risposte siano state trovate.
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