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Ecco come il Piano Mattei ci può avvicinare l’Africa

di Redazione -

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni


Accanto ad una manovra finanziaria rigorosa, definita dalla stessa Presidente del Consiglio: “senza sprechi”, il governo vara un piano quadriennale per rendere l’Italia sempre meno dipendente dalle forniture energetiche, da sempre tanto necessarie sia alle nostre imprese manifatturiere, che alla vita quotidiana dei nostri concittadini. Il progetto appare ambizioso, ma contiene quella spinta espansiva tanto attesa da molti economisti ed anche dalla Confindustria, nella consapevolezza che combattere l’inflazione, soprattutto quella che sta subendo il nostro paese in quanto “importata”, solo con il rialzo dei tassi d’interesse frena anche la crescita, dunque il Governo tenta di trovare la soluzione a monte del problema. Se è pur vero che nel recentemente conclusosi mese di ottobre l’inflazione è crollata al +1,8% è altrettanto vero che abbiamo registrato un ulteriore calo del P.I.L., appare dunque lampante come l’incremento del costo del denaro finisca inevitabilmente per contrarre i cosiddetti consumi interni.

Da qui la scelta di dare vita ad un piano energetico nazionale che prende appunto il nome da Enrico Mattei, lo storico fondatore dell’ENI, che si avvarrà delle tecnologie e dei rapporti internazionali detenuti dalla stessa ENI e dalle sue consociate. Il Piano Mattei mira a trasformare il Meridione d’Italia in un hub energetico per il nostro paese, per diventare potenzialmente un fornitore di energia a livello europeo, riportando l’Italia nel suo storico ruolo, dato anche dalla sua posizione geografica, ad essere “ponte” nel Mediterraneo con il continente africano, tanto ricco di risorse naturali, ma troppo malamente sfruttate dagli stessi africani. Il Piano Mattei avrà proprio a Palazzo Chigi la sua cabina di regia e si attiverà su più linee parallele, in quanto le forniture di gas algerino che arrivano in Italia attraverso la pipeline denominata Transmed che collega l’Algeria, tramite la Tunisia con la Sicilia correndo sotto il Mediterraneo per oltre km. 300, verranno integrate da ulteriori forniture di gas liquido che perverranno da nazioni produttrici del centro Africa ai nostri rigassificatori; così come nelle nostre regioni del meridione si implementeranno i parchi eolici, nonché le aree destinate agli impianti fotovoltaici, in quanto il clima del nostro Meridione si presta a fornire energia green per quasi tutto l’anno. Per sostenere questo piano programmatico il Governo sta indirizzando una quota parte dei fondi del PNRR all’ammodernamento delle infrastrutture del nostro Meridione, oltre naturalmente all’istituzione con il Decreto Sud della ZES, ovvero Zona Economica Speciale, con l’obiettivo di rendere le aree del Sud Italia maggiormente idonee allo sviluppo; decreto che avrà decorrenza dal I° Gennaio 2024, dunque anche il Decreto Sud fa parte di una strategia volta ad un incremento del P.I.L. nel medio periodo.

Nel Piano Mattei s’intravede anche un disegno di ben più ampia portata, volto a porre in essere un nuovo modello di cooperazione con quelle nazioni africane ricche di risorse minerarie, ma carenti del necessario know-how per sfruttarle autonomamente, con l’intento di una miglior distribuzione nei singoli stati delle ricchezze prodotte, anche al fine disincentivare la forte spinta ad emigrare delle popolazioni dell’Africa subsahariana. Dunque una possibile concreta risposta ai flussi migratori attualmente in forte crescita verso il nostro paese. Queste diverse linee operative, ove correttamente coordinate dalla succitata cabina di regia, potrebbero portare nel medio periodo ad un’inversione delle vie delle forniture energetiche, trasformando così l’Italia da nazione acquirente a paese venditore di energia. Nella cabina di regia, oltre al Ministero dell’Economia, verranno coinvolti direttamente entrambi i Vicepremier, in quanto Salvini quale Ministro delle Infrastrutture dovrà coordinare tutte le opere pubbliche necessarie, mentre Antonio Tajani dal dicastero degli Esteri sarà chiamato a sostenere ed incentivare, anche in prima persona, tutte quelle relazioni diplomatiche già avviate dal Governo negli ultimi mesi, con i maggiori stati africani. Il Piano Mattei appare oggi ai nastri di partenza.


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