Esasperazione a Torino: rissa da far west
È successo di nuovo. Torino si sveglia ancora una volta sotto shock per l’ennesimo episodio di violenza urbana che ha trasformato il quartiere Barriera in un vero e proprio scenario di guerriglia. Una maxirissa è esplosa nel primo pomeriggio in via Bra, all’angolo con corso Giulio Cesare, coinvolgendo decine di persone armate di coltelli, mazze chiodate e persino automobili lanciate contro i rivali. Non è un film, è la realtà quotidiana di un quartiere ormai esasperato, dove la tensione è talmente alta che basta una scintilla per innescare l’inferno. E stavolta quella scintilla pare essere stato un regolamento di conti legato a un furto in un locale notturno. Ma poco importa il motivo, quello che resta è la paura, la rabbia e il senso di impotenza di chi in quei luoghi ci vive ogni giorno. La furia è esplosa in pochi minuti. Tre individui hanno aggredito altri tre, poi sono spuntati coltelli, spranghe, bastoni. In pochi istanti, la strada si è riempita di gente. Alcuni sono arrivati in auto e hanno cercato di investire chi capitava incuranti della presenza di passanti, bambini, lavoratori e anziani. Residenti terrorizzati si sono barricati in casa, chiudendo porte e finestre come in una zona di guerra. Altri, increduli, sono rimasti a osservare la scena prima di mettersi al riparo. Sul selciato, oltre al sangue, sono rimasti anche mazze chiodate e alcuni coltelli, una follia esplosa in pieno giorno, davanti a commercianti attoniti e famiglie inermi. Due persone sono state trasportate in codice rosso all’ospedale San Giovanni Bosco, una terza in codice giallo al Maria Vittoria. Un uomo lotta tra la vita e la morte. Le forze dell’ordine sono riuscite a porre fine agli scontri solo dopo l’arrivo massiccio di pattuglie e ambulanze. Il bilancio è pesante: quattordici identificati, undici arresti per rissa aggravata, tre denunce a piede libero. Ma il vero bilancio è quello emotivo e sociale. I cittadini sono stanchi. Barriera di Milano, come molti altri quartieri periferici, è allo stremo. Chi ci vive ogni giorno racconta un disagio crescente, una sensazione costante di abbandono, una rabbia che cova e che, sempre più spesso, esplode con violenza. Non si può più ignorare. I residenti non ne possono più. E hanno ragione. La richiesta è chiara: più controlli, più prevenzione, più presenza dello Stato. Perché vivere nel terrore non è vivere. E a Torino, come in molte città d’Italia, la gente ha smesso da tempo di sentirsi al sicuro.
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