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Fegato grasso: studiata la prima dieta scientifica per migliorare la salute epatica

di Nicola Santini -


Sempre più diffusa, ma ancora sottovalutata: la steatosi epatica non alcolica – ossia l’accumulo eccessivo di grasso nel fegato – riguarda oggi oltre un quarto della popolazione italiana, compresi molti bambini. Le cause? Uno stile di vita sbilanciato, soprattutto a tavola. Oggi non esistono farmaci risolutivi, ma nei primi stadi della malattia intervenire è possibile: una dieta appropriata e il movimento costante possono invertire il decorso.

Per sensibilizzare su questi aspetti e promuovere uno stile di vita più consapevole, FIF – Fondazione Italiana Fegato Onlus, punto di riferimento per lo studio delle patologie epatiche, e FoodPharm, startup d’avanguardia nel campo del foodtech con il marchio DocFoody, hanno stretto una collaborazione. Obiettivo comune: migliorare la salute dei cittadini anche a tavola, grazie a menu su misura, pronti, gustosi e soprattutto validati scientificamente, in grado di prevenire o contrastare l’evoluzione della steatosi.

Un calo ponderale anche minimo, compreso tra il 5 e il 10% del peso corporeo, può migliorare significativamente la condizione epatica, prevenendo complicanze più serie come fibrosi, cirrosi e infiammazioni croniche. Il protocollo alimentare proposto da DocFoody agisce su più fronti: riduce l’accumulo di grassi nel fegato, migliora il metabolismo lipidico e sostiene l’organismo nel suo complesso. A tutto questo si aggiunge un’attenzione particolare per la qualità: ingredienti selezionati, basso impatto glicemico, cottura a bassa temperatura e in sottovuoto per preservare al meglio i nutrienti e ridurre la formazione di sostanze tossiche.

Quello ideato da FoodPharm con il supporto di FIF non è solo un menu bilanciato, ma un vero e proprio strumento clinico, in linea con i principi della dieta mediterranea e con il supporto della ricerca. Rappresenta un aiuto concreto nel trattamento della steatosi: favorisce il dimagrimento, riduce il rischio metabolico e protegge il fegato dallo stress infiammatorio, migliorando al contempo l’equilibrio glicemico e insulinico.

“Tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo e la progressione della steatosi epatica vi sono il sovrappeso, l’obesità e la sindrome metabolica; più dell’80% dei pazienti affetti da fegato grasso è obeso”, spiega il prof. Samir Giuseppe Sukkar, Direttore U.O.D. Dietetica e Nutrizione Clinica presso il Policlinico San Martino di Genova e Responsabile scientifico di DocFoody. “L’obesità non solo aumenta la quantità di grasso nel corpo, ma anche il rischio di progressione verso forme più gravi della malattia, come la steatoepatite non alcolica e la fibrosi epatica. In un simile contesto, la qualità della dieta gioca un ruolo cardine nel migliorare o peggiorare la condizione. Un’alimentazione ricca di grassi saturi, zuccheri raffinati e carboidrati ad alto indice glicemico danneggia il fegato. Al contrario, modificare la qualità della dieta, includendo cereali integrali, grassi sani, fibre, proteine vegetali e nutrienti benefici, e impiegare metodi di cottura più salutari può significativamente rallentare o addirittura far regredire i danni epatici. A questo proposito, il piano alimentare DocFoody sviluppato con la Fondazione Italiana Fegato offre un approccio nutrizionale completo, basato sulla dieta mediterranea, e ha dimostrato di essere altamente efficace nel migliorare la salute epatica”.

“Come Fondazione Italiana Fegato” – sottolinea Decio Ripandelli, Presidente FIF – “siamo particolarmente lieti per la collaborazione in corso con FoodPharm, un progetto che rappresenta un interessante connubio tra attività di ricerca, prevenzione e tradizioni alimentari e che riunisce due importanti realtà, una del settore scientifico e l’altra di quello alimentare, entrambe profondamente radicate in Friuli Venezia Giulia. Una regione non solo famosa per la qualità del suo cibo, ma anche legata ai valori della dieta mediterranea. Il menù “anti fegato grasso” nasce da un’approfondita analisi scientifica condotta dai ricercatori della Fondazione Italiana Fegato. Ogni ingrediente è stato accuratamente valutato sulla base del suo impatto positivo sulla salute del fegato, con uno sguardo attento alle proprietà nutrizionali dei prodotti alimentari sviluppati da FoodPharm”.

In un’epoca in cui si cercano soluzioni semplici a problemi complessi, l’idea che prevenire significhi prima di tutto mangiare bene e con consapevolezza torna a imporsi come strada obbligata. La lotta al fegato grasso si gioca (anche) nel piatto: meglio saperlo prima che curarlo dopo.


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