Garlasco, riaperta la scena del crimine: nuova impronta, vecchi interrogativi
A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, emergono nuovi elementi investigativi: una nuova impronta insanguinata e l’ombra di un secondo colpevole. Rischia di cambiare tutto?
Garlasco, riaperta la scena del crimine: nuova impronta, vecchi interrogativi

La villetta di via Pascoli torna sotto i riflettori. Sono passati quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, ma l’enigma sembra lontano dalla soluzione definitiva.
Nella mattinata del 15 giugno 2025, i Carabinieri del Nucleo Investigativo e i RIS hanno effettuato nuovi sopralluoghi nell’abitazione dove il 13 agosto 2007 venne trovata senza vita la giovane 26enne. A guidare l’operazione, il ritrovamento di una nuova impronta ematica sulla scala, finora mai rilevata, che potrebbe appartenere a una persona diversa da Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato in via definitiva nel 2015. L’impronta, composta da tre linee parallele lasciate su sangue ancora fresco, si trova sul primo gradino della scala che porta al seminterrato, luogo in cui venne rinvenuto il corpo della vittima.
Le nuove tecnologie impiegate – dallo scanner laser 3D ai software di intelligenza artificiale – hanno permesso una ricostruzione avanzata della scena del crimine. Gli investigatori ipotizzano ora la presenza di almeno un’altra persona nella casa, alimentando la teoria di un’aggressione multipla.



Secondo fonti giudiziarie, l’analisi della nuova impronta potrebbe essere collegata ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, già citato nei primi atti ma mai formalmente indagato fino allo scorso marzo, quando è stato iscritto nel registro per concorso in omicidio.
Tuttavia, il deterioramento dell’intonaco contenente l’“impronta 33”, attribuitagli nel 2007 e successivamente consumata dalle analisi forensi, rende la comparazione odierna particolarmente complessa. Alberto Stasi, intanto, oggi gode del regime di semilibertà, ma la sua posizione potrebbe essere rivalutata: il tribunale di sorveglianza di Milano si riunirà il 1° luglio per valutare se revocare o meno il beneficio. La riapertura del caso, supportata anche da elementi documentali rimasti a lungo negli archivi, mette in discussione non solo la dinamica del delitto, ma anche la solidità della sentenza già emessa.
Le telecamere sono tornate a presidiare Garlasco. Le trasmissioni di cronaca hanno riaperto il dibattito: hanno dedicato speciali al caso, sottolineando incongruenze, interrogativi irrisolti e il ruolo della stampa nel tenere vivo un interesse che va oltre la giustizia.




L’Italia, ancora una volta, si interroga: è stato davvero un solo colpevole? Gli errori e le lacune della prima indagine potrebbero aver condotto a una condanna parziale o, addirittura, sbagliata? Le risposte, forse, arriveranno presto. Il 17 giugno si terrà un incidente probatorio decisivo. Ma intanto, su Garlasco torna a soffiare il vento della verità, con la speranza che la giustizia – stavolta – sia piena e definitiva.
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