Esteri

Gaza e Kiev un fronte si allarga l’altro si restringe

di Ernesto Ferrante -


Bagliori di guerra a Khan Yunis, Jabalya e Deir al-Balah, luce sempre più fioca a Kiev, mentre a Gaza riesplode la violenza, nelle stanze del potere occidentale si spengono i riflettori su Zelensky. In Medio Oriente il conflitto si allarga, in Ucraina il fronte di sostegno si restringe.
Le Forze della difesa israeliane (Idf) hanno colpito duecento obiettivi nell’enclave palestinese durante la notte scorsa. Lo ha fatto sapere il portavoce delle Idf Daniel Hagari, spiegando in un tweet che sono stati trovati tunnel sotto una scuola a Beit Hanoun, nel nord. Intensi raid aerei sono stati segnalati a Khan Yunis, dove i residenti di alcune aree nel centro sono stati “invitati” a spostarsi più a sud. Lo riporta al Jazeera. Nel messaggio, condiviso sull’account arabo dei militari su X, compare una mappa con Gaza divisa in blocchi numerati, con alcune di queste sezioni evidenziate come zone da evacuare. I civili dovrebbero scansionare un codice QR per verificare se la loro casa cade in uno dei blocchi presi di mira. Un’operazione estremamente difficile se si considera che l’accesso a Internet è fortemente limitato dopo la distruzione delle infrastrutture e il blackout delle comunicazioni imposto da Tel Aviv.

Nel frattempo, razzi dal Libano e dallo Yemen hanno centrato navi cargo e un cacciatorpediniere Usa nel Mar Rosso. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani sugli “sforzi in corso per facilitare il ritorno sicuro di tutti gli ostaggi e aumentare ulteriormente i livelli di aiuto ai civili a Gaza”. L’agenzia di stampa del Qatar ha riferito che al-Thani ha garantito al capo della diplomazia Usa che Doha è impegnata, insieme ai suoi partner, nella mediazione in corso per riportare la “calma” dopo più di otto settimane di guerra. Fin dalle prime ore del mattino, gli ospedali dell’enclave palestinese hanno ricevuto decine di corpi a causa degli attacchi aerei israeliani che proseguono per il quarto giorno consecutivo dopo la fine della tregua.
“Siamo inondati da un afflusso di cadaveri”, ha detto ad Al Jazeera Munir al-Barsh, direttore generale del ministero della Sanità di Gaza. “Tutti i nostri ospedali non possono più offrire alcun tipo di aiuto alle vittime. Tutta la nostra attrezzatura medica è stata distrutta dai soldati di occupazione israeliani”, ha affermato al-Barsh. Tra poche ore, ha proseguito, l’ospedale Kamal Adwan, rimarrà senza elettricità. Ambulanze e medici sono stati ripetutamente bersagliati, compreso un operatore sanitario che è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre trasportava una vittima all’ospedale di al-Awda
Ankara contro Tel Aviv.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, verrà giudicato come “criminale di guerra”. A dichiararlo, intervenendo nel corso di un vertice a Istanbul dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Netta la sua posizione: “La Striscia di Gaza è territorio palestinese che appartiene ai palestinesi e tale sarà per sempre”. Obiettivo principale dell’organizzazione, ha poi evidenziato Erdogan citato dalla televisione turca Trt, è “difendere la causa palestinese” attraverso “un solo corpo e una sola voce”. Il presidente turco ha assicurato che verranno prese misure affinché “i governanti israeliani siano assicurati alla giustizia per i crimini di guerra commessi”.
L’Asse della Resistenza è articolato e variegato. Molte delle milizie filo-iraniane sono sciite, gli Houthi sono per gran parte di culto zaydita, Hamas è invece sunnita. A fare da collante è l’ideologia anti-sionista, anti-americana e anti-occidentale, come dimostra il messaggio diffuso in Libano in cui si fa appello ai giovani palestinesi ad arruolarsi e a unirsi alle nascenti “avanguardie della Tempesta di al-Aqsa”.
Con le superpotenze concentrate sul fronte mediorientale, si è indebolita la posizione di Volodymir Zalensky, costretto a schivare anche gli sgambetti interni. Vitali Klitschko, ex campione di boxe, sindaco della capitale e suo probabile sfidante alle prossime elezioni, è stato durissimo: “Stiamo diventando come la Russia, dove tutto dipende dal capriccio di un uomo”. Un collaboratore dell’ex comico ha confidato al Time che “la convinzione nella vittoria del Presidente ucraino è messianica, ma non stiamo vincendo e dirglielo è impossibile”.


Torna alle notizie in home