Gioie (poche) e dolori (tanti) in vista delle regionali
Regna ancora l’incertezza su quelle che saranno le scelte definitive degli schieramenti in occasione delle prossime elezioni regionali. Incertezza politica che in termini concreti si traduce in un braccio di ferro tra alleati, tanto nel centrosinistra che nel centrodestra. I problemi relativi alla scelta dei candidati e alla presenza di specifiche liste in coalizione agitano i leader dei partiti e l’impressione è che per ogni passo in avanti se ne facciano tre all’indietro.
Il caso Zaia in Veneto
Per la maggioranza non c’è pace sul fronte Veneto, dove il problema è duplice: la contesa per la candidatura alla poltrona di governatore alle prossime regionali e la presenza di una lista Zaia. Ipotesi quest’ultima che sembrava archiviata, ma che è stata rilanciata ieri da Matteo Salvini che ha definito l’eventualità come un “valore aggiunto”, nonostante la contrarietà di Fratelli d’Italia e degli azzurri di Antonio Tajani che ormai da giorni ribadisce una posizione di totale chiusura. E a dispetto degli alleati che vogliono i voti di Zaia ma non una lista che faccia capo e porti il nome dell’attuale governatore, il leader leghista è tornato anche a rivendicare che il prossimo Presidente del Veneto resti al Carroccio.
Caos in Campania e Puglia
Se nelle Marche, in Calabria e in Toscana i giochi sono ormai chiusi e la campagna elettorale per le regionali è già entrata nel vivo, altri nodi da sciogliere riguardano invece Campania e Puglia, questa volta sul fronte del centrosinistra. In Campania a creare sconquasso – come sempre – è Vincenzo De Luca, evidentemente non pago di aver barattato il sostegno alla candidatura di Roberto Fico in cambio della segreteria regionale del Pd al figlio Piero. Portata a casa la candidatura unitaria di Deluchino ai vertici del partito campano, De Luca senior ha iniziato a rompere le uova nel paniere ai suoi stessi alleati, frenando sul nome del pentastellato – probabilmente solo alzare la posta in gioco – e prodigandosi in una accelerazione sui punti del programma della coalizione. Non tanto su quello che dovrà prevedere, quanto su ciò che non dovrà essere contemplato. A partire dal cavallo di battaglia dei grillini, il reddito di cittadinanza bollato come “una porcheria clientelare”. Ma De Luca non si accontenta di seminare il caos in Campania, gira il coltello nella ferita anche per i problemi della coalizione nella vicina Puglia, dove è in atto un doppio scontro: uno tra il candidato il pectore Antonio Decaro ed Elly Schlein e un secondo tra il Pd e Avs, entrambi dovuti alla candidatura dell’ex presidente della Regione Nichi Vendola. In Puglia “stiamo assistendo a un cabaret” tuona il governatore campano che non manca di lanciare una dura sferzata a Decaro: “Quando c’è qualcuno che dice ‘O così o me ne vado’, l’unica risposta da dare è ‘Buon viaggio, che la Madonna ti accompagni’”. Di certo non un modo per facilitare una soluzione a un problema che ha rischiato di far saltare il banco e la coalizione creatasi attorno alla figura dell’ex sindaco di Bari. Oltretutto, non è un mistero che Decaro lavori da tempo per costruirsi un profilo nazionale nel partito e che potrebbe provare a sfidare l’attuale segretaria per la guida del Pd.
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