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Economia

I lavoratori ex Ilva protestano all’aeroporto di Genova

Occupata l'area partenze. Il Mimit convoca le riunioni con gli enti locali, la Fiom incalza: "Servono risposte"

di Martino Tursi -


La protesta dei lavoratori ex Ilva prende il volo: il corteo raggiunge l’aeroporto di Genova. Il secondo giorno di manifestazioni ha registrato nuove proteste che stanno interessando le infrastrutture del capoluogo ligure. I manifestanti, a cui si sono aggiunti anche i dipendenti di Ansaldo Energia e una rappresentanza di lavoratori di Fincantieri, hanno raggiunto l’area partenze dell’aeroporto. Con l’obiettivo di far sentire alta la loro voce. Contestualmente, un altro gruppo di lavoratori ha raggiunto le rampe dell’autostrada.

I lavoratori ex Ilva protestano all’aeroporto di Genova

Il corteo ha raggiunto l’hub delle partenze con l’intenzione di occuparlo. In testa al corteo stesso c’è una pala meccanica. Un “simbolo” del lavoro che i dipendenti del sito di Cornigliano vogliono difendere a tutti i costi. Intanto dal Mimit è giunta la convocazione di una serie di riunioni con le istituzioni territoriali per ragionare proprio del futuro dell’ex Ilva. Si parte giovedì 4 dicembre, alle ore 9, con le istituzioni piemontesi (Regione, Comuni di Novi Ligure e Racconigi). Poi venerdì 5 dicembre, alle ore 10, con quelle liguri (Regione e Comune di Genova). Sempre nella giornata di venerdì 5 dicembre, alle ore 12, con quelle pugliesi (Regione, Comuni di Taranto e Statte).

La rabbia della Fiom

La posizione dei sindacati resta la stessa. Basta chiacchiere, ora servono i fatti. E lo afferma, nettamente, Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil: “Ai lavoratori dell’ex Ilva, in occupazione a Genova e a quelli in mobilitazione a Novi Ligure e Racconigi, Palazzo Chigi deve dare ora una risposta urgente. È inaccettabile il piano per chiudere l’ex Ilva. Noi non chiediamo cassa integrazione, ma un piano per il lavoro”. La protesta dei lavoratori ex Ilva ha raggiunto l’aeroporto di Genova ma non si fermerà qui.


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