Attualità

Il destino di Indi appeso a un rinvio: oggi la decisione della Corte Inglese

di Eleonora Ciaffoloni -


Il destino di Indi Gregory è appeso al filo di un rinvio. Si saprà oggi alle 17.30, al termine dell’udienza, quale sarà la sorte della piccola. La decisione della Corte inglese verterà sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso della piccola al giudice italiano.

La bambina inglese di appena otto mesi affetta da una grave malattia mitocondriale – definita dai medici incurabile – è diventata suo malgrado, la protagonista di un caso legale fra Italia e Regno Unito. Lunedì la piccola aveva ricevuto la cittadinanza italiana con un provvedimento “umanitario” di urgenza del governo Meloni, dopo che l’ospedale Bambino Gesù di Roma si era offerto di continuare ad assisterla nelle cure. O meglio, assisterla in quelli che potrebbero essere gli ultimi giorni insieme alla sua famiglia. La piccola è in una fase terminale della malattia e, proprio per questo motivo, l’Alta Corte britannica ha deciso – per lei e per i genitori – di interrompere le cure e quindi staccare le macchine che la tengono in vita, dando anche un limite temporale che era stato fissato alle ore 14 (le 15 italiane) di ieri.

La decisione è stata adottata dal giudice Robert Peel, dell’Alta Corte di Londra, magistrato a cui il caso è stato affidato nelle ultime settimane, nel Regno Unito. Da parte dei giudici, era stata esclusa per l’infante la possibilità di continuare a essere accolta e curata nel nostro Paese – il provvedimento di concessione della cittadinanza non ha prodotto per il momento effetti sulla procedura giudiziaria britannica – nonostante la presa di posizione del console italiano a Manchester, che si era dichiarato lo scorso 7 novembre giudice tutelare della bimba. Non solo era stato negato il trasferimento all’esto, ma era stata anche negata ai genitori la possibilità di portare la figlia a casa. Come anticipato, il magistrato Peel ha stabilito come non sia “nel miglior interesse” di Indi un trasferimento in casa, soluzione che i genitori avrebbero preferito anche come alternativa al trasferimento al Bambino Gesù di Roma, precedentemente bloccato. Il giudice aveva invitato la famiglia a lasciare Indi nel Queen’s Medical Centre di Nottingham, dov’è attualmente ricoverata. Una decisione non condivisa dai genitori di Indi che, immediatamente, hanno presentato il ricorso nella mattinata di ieri alle ore 11. I cosiddetti tempi tecnici, sia per la presentazione del ricorso sia per la discussione, hanno fatto slittare la cessazione delle macchine salvavita a due ore dopo l’orario concordato e quindi alle ore 17 italiane.


Nulla di fatto, tuttavia, nemmeno due ore dopo: Indi Gregory è ancora viva. Per lei è arrivato, dopo la proroga, il rinvio a 24 ore. Sembra doversi decidere, difatti, proprio in queste ore il destino della piccola e della sua famiglia. I legali dei genitori di Indi Gregory hanno annunciato che alle 13 di oggi sarà discusso l’appello sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso della piccola al giudice italiano, garantendo in questo lasso di tempo l’attività delle macchine per le cure vitali, almeno fino alla fine dell’udienza.
A confermarlo sono stati Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus e l’avvocato Simone Pillon. “Pensiamo che sia nel miglior interesse di Indi venire in Italia per ricevere le cure che potrebbero aiutarla a respirare, aprendo una valvola attraverso l’impianto di uno stent, per poi poterci concentrare sulla sua malattia mitocondriale che può essere trattata con queste terapie” avevano dichiarato i genitori, pur consapevoli di essere di fronte a una malattia fatale.


La forza di un padre e quella di una bambina, però, sono tutti qui, nell’ultima speranza di un genitore: “Sappiamo che Indi è una combattente, lei vuole vivere, e non merita di morire” aveva affermato ieri il padre, Dean Gregory. “Io e Claire siamo devastati e affranti dalla decisione presa dal giudice” ha raccontato, “Il National Health system sta cercando di impedirci di andare in Italia, e ci ha anche impedito di portare Indi a casa per le cure palliative di fine vita. Siamo molto preoccupati per la vita di Indi”. Il lavoro dei genitori e degli avvocati è continuo e lo dimostra la richiesta urgente di ricorrere in appello, che ha portato ancora oggi a una ulteriore speranza. Una speranza che per i due genitori si lega indissolubilmente al nostro Paese, a cui rivolgono la massima riconoscenza: “Voglio ringraziare il consolato italiano a Manchester per l’aiuto e voglio ringraziare il governo, il Presidente e il popolo italiano, l’Italia è stata incredibile, come un angelo custode per Indi, siamo davvero fortunati ad avere la vostra passione e il vostro coraggio dalla nostra parte nel tentativo di salvare la vita di Indi”.


Torna alle notizie in home