Editoriale

IL GHIGLIOTTINONE – ZAIA ESULTA PER LE DUE ITALIE 

di Redazione -

LUCA ZAIA REGIONE VENETO


Finisce con il grande applauso dell’aula, con il governatore Luca Zaia che dedica la giornata speciale all’amico Matteo Salvini e con sms festanti e dedicati alle promesse mantenute.
Applausi, grandi sorrisi e grandi abbracci nella Lega, che sognava questo momento da decadi, e anche nella maggioranza che chiude uno dei primi capitoli del lavoro del governo. L’Autonomia arriva ed è una giornata storica, un’approvazione che fa brillare gli occhi di chi, su una proposta come quella di Roberto Calderoli ci lavorava da anni.
Tanta felicità, che Salvini acclama con un messaggio esaustivo: “Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci”.
Eppure non si parla di scuse, ma di vere e proprie polemiche per ua Italia che in molti già vedono divisa in due . Il nord, sempre più nord e il sud sempre più sud. Migliore qualità della vita e abbandono; maggiori possibilità lavorative ed economiche da un lato e gente che continua a lasciare le regioni del Mezzogiorno dall’altro.
Un testo che anche per Giorgia Meloni sembra rispecchiare le idee del governo, nonostante qualche piccola rivisitazione prima della conferma. E se da un lato i governatori leghisti del nord esultano e stappano la loro migliore bottiglia, a far montare la polemca ci pensano i governatori dem. In prima linea il campano Vincenzo De Luca e il pugliese Michele Emiliano che ripetono ancora il copione del “tutto sbagliato”. Ad accodarsi, anche il governatore dell’Emilia- Romagna Bonaccini che, in piena campagna elettorale pre-primarie coglie l’ennesima occasione per fare opposizione al govenro, quasi come una sorta di allenamento e preparazione per subemntrare – forse – a Enrico Letta. E mentre il ministro Calderoli spiega in conferenza stampa il testo definitivo uscito vincente dal Cdm, negli occhi si legge solo una espressione, di certo felice. Il sogno dell’Autonomia si è avverato: che il suo lavoro, ora, sia finito?

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