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Il papa tuona contro i vescovi “con la valigia in mano”. Poi raffreddato va al Gemelli

di Angelo Vitale -


Il papa è raffreddato ma tuona contro i vescovi “con la valigia in mano”. Ieri pomeriggio la conferma dell’udienza generale da parte del cardinale Pietro Parolin: “Come sta il Papa? Io credo stia abbastanza bene. Stamattina mi hanno detto che aveva sospeso ancora le udienze in giornata. Domani dovrebbe esserci l’udienza generale”: così il segretario di Stato Vaticano a margine di un evento in Vaticano organizzato dalla Centesimus Annus.

Stamattina, la catechesi fatta leggere a un suo collaboratore. “Ancora sono un po’ raffreddato”, l’esordio di Francesco all’udienza generale in Aula Paolo VI spiegando ai fedeli, come era già capitato in altre occasioni, che la catechesi sarà letta da monsignor Ciampanelli.

Di seguito, il monito a una Chiesa “in cerca di promozioni”. I Vescovi “non vanno scelti in base alle proprie simpatie o tendenze, e bisogna stare molto attenti agli uomini che hanno “il fiuto degli affari” o a quelli che “hanno sempre la valigia in mano”, lasciando il popolo orfano. Un Vescovo che vede la sua Eparchia come luogo di passaggio verso un’altra più “prestigiosa” dimentica di essere sposato con la Chiesa e rischia – permettetemi l’espressione – di commettere un ‘adulterio pastorale’”. Parole con le quali il papa mette in guardia ricevendo in udienza i membri del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni. “Lo stesso accade – ha osservato Bergoglio- quando si perde tempo a contrattare nuove destinazioni o promozioni: i Vescovi non si acquistano al mercato, è Cristo a sceglierli come Successori dei suoi Apostoli e Pastori del suo gregge”.

E poi il no a guerre, massacri, sofferenze. “Come non evocare , con le parole ma soprattutto con la preghiera, l’Armenia, in particolare tutti coloro che fuggono dal Nagorno-Karabakh, le numerose famiglie sfollate che cercano rifugio! Tante guerre, tante sofferenze”. E ancora: “La prima guerra mondiale doveva essere l’ultima e gli Stati si costituirono nella Società delle Nazioni, “primizia” delle Nazioni Unite, pensando che ciò bastasse a preservare il dono della pace. Eppure da allora, – il dolore del Papa – quanti conflitti e massacri, sempre tragici e sempre inutili. Tante volte ho supplicato: “Basta!”. Echeggiamo tutti il grido della pace, perché tocchi i cuori, anche quelli insensibili alla sofferenza dei poveri e degli umili. E soprattutto preghiamo. Lo faccio per voi e per l’Armenia; e voi, per favore, ricordatevi di me!”.

“Dopo l’udienza generale – fa sapere la Sala Stampa di Piazza San Pietro – il papa si è recato all’Ospedale Isola Tiberina Gemelli Isola per alcuni accertamenti diagnostici. Al termine è rientrato in Vaticano”.


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