Esteri

Il premier vola in Etiopia La strategia sui migranti

di Domenico Pecile -


La presidente Meloni è arrivata ieri pomeriggio ad Addis Abeba per un viaggio (terminerà quest’oggi) che s’inquadra nel Piano Mattei – che sarà presentato il prossimo mese di ottobre – di sostegno allo sviluppo “non predatorio” ai Paesi africani al centro della politica estera del governo. Appena giunta il premier ha avuto un colloquio in un salone dell’aeroporto con il primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali. Al centro dei colloqui, ma anche dell’intera visita nell’ex colonia, la questione migranti e la cooperazione economica. E più tardi ha avuto un colloquio anche con il presidente dell’Unione africana, Moussa Faki e nel tardo pomeriggio con il presidente somalo, Sheinkh, prima dell’incontro trilaterale con Abiy previsto per oggi, unitamente alla visita all’istituto Galileo Galilei, la più grande scuola italiana all’estero con circa 900 iscritti. “L’Etiopia è un Paese la cui stabilità è fondamentale, Paese con il quale l’Italia vanta storiche relazioni che io intendo rafforzare ulteriormente”, sono state le prime parole del premier Meloni che, tra l’altro, è la prima leader di un governo occidentale ad andare in Etiopia dopo la fine delle ostilità in Tigray. E il primo messaggio che ha consegnato è di supporto al processo di pace che Addis Abeba sta portando avanti, ma non senza tensioni. Oltre alla cooperazione bilaterale per lo sviluppo e la stabilità dell’area, Meloni ha manifestato un interesse italiano anche in chiave di contenimento di fenomeni migratori illegali e il traffico di essere umani. Una questione, come dicono nell’esecutivo, prioritaria per l’interesse nazionale è quindi la “stabilità e integrità dell’Etiopia”. L’Etiopia è tra i Paesi beneficiari del Decreto Flussi 2022 e rappresenta uno snodo per i flussi che attraversano le frontiere orientali verso il Sudan fino alla Libia e da lì in Italia. Nel Paese ci sono 823 mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati. Il prossimo 24 maggio l’Italia coorganizzerà a New York, assieme alle Nazioni Unite, la Conferenza internazionale dei Donatori sulle sfide umanitarie e le emergenze nel Corno d’Africa. Un’opportunità che conferma la solida attenzione italiana verso il Sud globale e il continente africano. L’Italia, viene sottolineato, rimane pronta a fare la sua parte aumentando l’impegno di cooperazione allo sviluppo per le emergenze umanitarie specificamente per l’Etiopia e la Somalia. Partita ancora tutta da decifrare ma che il governo italiano intende affrontare di petto, per garantire risposte coerenti con gli obiettivi che si è dato il centro destra. L’obiettivo di una proficua cooperazione è quella, appunto, di rilanciare la cooperazione dell’Italia con il Paese africano, rilanciare la presenza italiana nel Corno d’Africa e cercare, come si diceva, di bloccare le partenze dei migranti nella rotta del Mediterraneo. L’idea è anche quella di sostenere economicamente l’Etiopia, nel tentativo di disincentivare le persone a lasciare il Paese. A quella della Meloni seguirà, infatti, anche una missione imprenditoriale, come promesso nel bilaterale a Roma, proprio per sostenere l’Etiopia nel programma di riforme e di trasformazione economica, mettendo a disposizione, spiegano dall’esecutivo del nostro Paese, la competenza delle nostre imprese e favorendo l’impegno nei fori competenti. L’Etiopia è uno degli undici Stati africani prioritari per la cooperazione dell’Italia e anche uno dei maggiori beneficiari dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Sono in corso nel Paese oltre sessanta iniziative di sviluppo per un valore complessivo di circa 265 milioni di euro. E, come all’interno di questa ottica grande importanza per Meloni riveste il Nuovo piano Mattei per l’Africa con cui il premier vuole fare dell’Italia l’hub energetico di tutta l’Europa. Meloni ha più volte ribadito, infatti, di voler seguire il modello del fondatore dell’Eni, che la leader di FdI ha definito “un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista soprattutto nell’area sub-sahariana”, per recuperare un nuovo ruolo strategici dell’Italia nel Mediterraneo. Sul fronte economico l’obiettivo è aumentare i rapporti già rilevanti. Oggi, dunque, è in programma l’incontro trilaterale Italia-Etiopia-Somalia. Meloni ribadirà che Etiopia e Somalia devono diventare il perno della stabilità del Corno d’Africa.

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