IN GIUSTIZIA – La riforma costituzionale Meloni-Nordio al secondo passaggio parlamentare
IN GIUSTIZIA – La riforma costituzionale Meloni-Nordio al secondo passaggio parlamentare
La riforma costituzionale della giustizia, fiore all’occhiello del programma del governo Meloni e sintesi di eccellenza del percorso da giurista del Ministro Carlo Nordio è alla seconda lettura parlamentare, precisamente al Senato, prima commissione permanente, Affari costituzionali.
Si tratta dell’Atto Senato n. 1353, Ordinamento giurisdizionale e Corte disciplinare, rel. il Presidente della stessa Commissione il Sen. Alberto Balboni (FdI). Se ne è parlato più volte, su questa testata e in questa rubrica. Tre sembrano potersi sintetizzare i campi di intervento:
- 1. L’attuazione del giusto processo, con la separazione delle carriere e l’istituzione dei due separati Consigli Superiori della Magistratura, uno per la magistratura giudicante e l’altro per la requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. A questo proposito si deve tuttavia segnalare che, ed il governo ne è consapevole, a completare la costituzionalizzazione del “giusto processo”, dal punto di vista della procedura penale, manca in questo disegno di legge la definizione del ruolo costituzionale dell’avvocato.
- 2. In secondo luogo, come si potrà leggere nel nuovo art. 104 della Costituzione, a parte i due membri di diritto di questi CSM, primo presidente della Corte di Cassazione, per l’uno, e procuratore generale della stessa Corte di Cassazione, per l’altro – – così testualmente si legge nell’art. 3 del DDL Meloni-Nordio. In questo e non nella separazione delle carriere consiste lo “svuotamento” delle correnti nella magistratura, corretto e condivisibile obiettivo di questo governo e di questa riforma. In sostanza il sistema–Palamara sarà cancellato perché le decisioni che prima prendevano i capi delle correnti, come appunto Palamara è stato per lungo tempo, saranno affidate alla sorte con il meccanismo del sorteggio.
- 3. Infine, terzo punto, come si vedrà nel nuovo art. 105 della Costituzione: Anche qui dunque tutto in base a sorteggio e nessun magistrato sarà mai più ostaggio delle logiche e della spartizioni correntizie.
Riassumendo: piena attuazione del giusto processo, cancellazione del potere delle correnti nei due CSM e attribuzione del potere disciplinare sui magistrati ad un’Alta Corte appositamente istituita.
Senz’altro una riforma coraggiosa e anche per questo osteggiata non poco soprattutto dalla magistratura e quindi dalla sinistra. Inutile negare che il sistema delle correnti nell’associazione di categoria dei magistrati è un centro di potere formidabile e dunque difficile da cancellare.
Il sorteggio annulla ogni possibilità di spartizione e dunque di pressione e senza intaccare il merito che neanche oggi spesso prevale. Dal punto di vista tecnico, la forza propulsiva del giusto processo penale è tutta in questa direzione anche se nel tempo la demonizzazione è stata formidabile anche per indubbie colpe della politica. Quello che è certo è che l’ultima parola la dirà il popolo sovrano con il referendum ex art. 138 Cost.
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