Il “wishful thinking” è una modalità di pensiero per cui la persona tende a rafforzare alcune credenze e a crearsi dei convincimenti, facendosi influenzare da ciò che maggiormente desidera, invece che basarsi sulla realtà. Non è né cronaca né analisi dei fatti. È, in buona sostanza, l’esatto opposto di quello che dovrebbe essere il giornalismo, soprattutto al cospetto di un evento estremamente complesso qual è una guerra. Il confronto militare in atto tra Israele e Iran, come da copione bellico, si sta combattendo anche a colpi di propaganda, con annunci e numeri che fanno a cazzotti tra loro.
Padroni del cielo iraniano secondo Netanyahu
L’esercito israeliano ha affermato di aver raggiunto la “superiorità aerea” su Teheran. L’Idf ha riferito di aver indebolito le difese aeree e i sistemi missilistici iraniani al punto tale che i suoi aerei possono operare sulla capitale iraniana senza correre gravi pericoli. Una tesi ribadita e rafforzata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. “A nome del popolo e dello Stato d’Israele, state facendo cose straordinarie: l’Aeronautica militare israeliana domina i cieli di Teheran. Questo cambia completamente la natura della campagna”, ha detto ai piloti Netanyahu in visita alla base aerea di Tel Nof con il ministro della Difesa Israel Katz.
A colpi di numeri
Poco prima, le forze armate israeliane avevano fatto sapere che l’Iran ha lanciato circa 350 missili balistici contro lo Stato ebraico da venerdì, una quarantina solo la notte scorsa, la maggior parte dei quali sarebbe stata intercettata. Trattandosi di missili e non di spilli, va da sé che se il cielo iraniano fosse realmente “sigillato”, il “pallottoliere” dovrebbe restituire cifre totalmente diverse.
A guastare la narrazione trionfalistica di “Bibi” e dei suoi, ci ha pensato anche l’analista militare Yossi Melman, che ha consigliato al leader del suo Paese di porre fine al confronto armato prima che sia troppo tardi.
“Gli sciiti, ha sottolineato Melman, sono storicamente pronti a soffrire. Ho ricordato la loro disponibilità al sacrificio, come hanno dimostrato negli otto anni di guerra di logoramento con l’Iraq. Raccomando di limitare le perdite e di rivolgerci al presidente degli Stati Uniti Donald Trump affinché ponga fine a questa follia con un accordo ragionevole, altrimenti finiremo per implorare un cessate il fuoco e l’Iran rifiuterà”.
La reazione dell’Iran
Il capo delle Forze terrestri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), Mohammad Pakpour, ha avvertito che l’Iran continuerà le operazioni militari anche se i raid israeliani dovessero avere fine.
L’Iran ha condannato come “crimine di guerra” il bombardamento israeliano della tv di Stato nella capitale. Per il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baqaei, “il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve agire ora per impedire all’aggressore genocida di commettere ulteriori atrocità contro il nostro popolo”.
Gli iraniani si stanno preparando a lanciare “l’attacco missilistico più importante e più violento della storia contro il territorio israeliano”. A rivelarlo è stato un alto funzionario iraniano all’agenzia di stampa Fars. Diramato un avviso di evacuazione urgente in ebraico rivolto ai residenti di Tel Aviv.
Il ruolo russo
Il Teheran Times, testata vicina all’opposizione iraniana, ha riportato di aver ottenuto informazioni secondo cui Ali Asghar Hejazi, vicecapo di gabinetto di Ali Khamenei, insieme ad altri alti funzionari, sarebbero “in trattative” con le autorità russe per evacuare i vertici della Repubblica Islamica insieme alle loro famiglie, se necessario. L’Ue, intanto, ha respinto la proposta di mediazione russa per mettere fine alle ostilità.