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La casa? Immobile: così tassi alti e caro vita frenano il mercato

di Giovanni Vasso -


Immobili, di nome e di fatto. Il mercato della casa, in Italia, rischia grosso e già mostra crepe vistose. Causate dal caro vita, dall’inflazione, dall’aumento continuo e costante dei tassi di interesse che congelano l’accesso al credito per le famiglie, dai dubbi dovuti alle conseguenze pratiche che sortiranno, sui proprietari di immobili, le decisioni prese dalle istituzioni Ue su obblighi green anche per le abitazioni.

L’osservatorio Nomisma, che ha preso in considerazione l’andamento dei mercati immobiliari di tredici tra i più importanti capoluoghi italiani, da Milano a Roma e Napoli, passando per Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Padova, Palermo, Torino e Venezia ha registrato una gelata negli affari. In prima battuta c’è la questione del valore (reale) delle case. Secondo i dati Nomisma, i prezzi sono aumentati, nel primo semestre di quest’anno, dell’1 per cento. Troppo poco perché si riesca a garantire un’effettiva salvaguardia del valore del patrimonio immobiliare italiano. Si tratta di una media. E come tale, e Trilussa ce lo ha insegnato, va letta. Considerando, per esempio, che a Milano l’aumento del prezzo degli immobili è il doppio del dato nazionale (+2,2%) mentre a Venezia il valore delle case continua a scendere per il terzo semestre di fila.

Se qualche dato positivo sulle vendite c’è, è dovuto solo a chi ha accelerato le trattative. La molla che ha spinto tanti a concludere presto gli affari è stata quella di evitare di ritrovarsi di fronte a una nuova fiammata dei prezzi. Insomma, sul mercato immobiliare non tira un’aria entusiasmante. Anzi. Nomisma snocciola le ragioni della sfiducia e le individua nella “perdita di potere d’acquisto, l’erosione della capacità di risparmio e il rialzo dei tassi applicati” che “hanno di fatto messo fuori gioco una quota considerevole della domanda potenziale con conseguenze rilevanti sui mutui erogati e sul numero di compravendite residenziali”. Se i soldi costano troppo, comprar casa diventa impossibile. Ma non ditelo alla signora Lagarde: “Le famiglie si sono trovate ad essere improvvisamente più fragili – riferiscono gli analisti -, con una propensione al risparmio crollata su valori nuovamente esigui. A questo si accompagna il continuo rialzo dei tassi d’interesse che preclude a molti la possibilità di accedere al necessario sostegno creditizio. La conseguenza dell’accresciuta rischiosità associata dalle banche agli impieghi immobiliari ha portato ad un calo delle erogazioni con inevitabili ricadute sull’attività transattiva in tutti i comparti”. La cura si sta rivelando quasi peggiore del male. Il pallino è in mano alla Bce e Nomisma ritiene che “sarà cruciale l’esito della crociata antinflazione portata avanti dalla Bce: al momento la prospettiva di atterraggio morbido rimane quella più accreditata, nonostante la possibilità di recessione resti concreta”. Ma non è finita qui. Perché c’è un problema. L’Ue, con la direttiva Casa Green, impone nuovi standard al mercato immobiliare. Il Superbonus è, ormai, morto e non sarà riportato in vita. Come affrontare, dunque, i lavori da intraprendere per evitare che la propria abitazione finisca fuori mercato? Questo è un dilemma che grava, come una spada di Damocle, sulla casa degli italiani. Che prima di compiere il grande passo ci pensano tre volte: nessuno si indebiterebbe gravosamente, in questo periodo, per comprare qualcosa che, tra qualche tempo, potrebbe valere molto meno di quanto è costata.


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