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Attualità

La Germania non vuole più il blocco delle auto a motore termico

Il dietrofront di Berlino per evitare di finire cannibalizzati dalla Cina. La trappola dei licenziamenti

di Maria Graziosi -


Wideruff, frau Ursula: la Germania non vuole più bloccare la vendita di auto a motore termico e che non siano elettriche dal 2035. Berlino ha deciso. Questo ban al motore endotermico non s’ha da fare. Né ora né nel 2035. Il cancelliere Friedrich Merz ha innestato la retromarcia rispetto a quella che, solo fino a qualche anno fa, era la via maestra. Indicata dall’Europa, su caloroso “consiglio” tedesco, a tutto il resto del Continente. Adesso, di fronte allo sfacelo commerciale e al rischio di ritrovarsi letteralmente cannibalizzati dai cinesi, pure i tedeschi son rinsaviti e chiedono a Bruxelles di fare l’istesso. La lettera partita dalla scrivania del cancelliere è stata pubblicata anche da Der Spiegel.

Germania: il dietrofront sull’auto a motore termico

Giusto per far capire a tutti, Ursula compresa, che il governo tedesco fa sul serio. La richiesta avanzata da Merz è chiara. Stop al divieto indiscriminato, sì alla deroga per la vendita di auto ibride e motori termini “ad alta efficienza”. E quindi da Berlino hanno chiesto pure di rivedere la normativa sui limiti di emissione delle flotte e di ammorbidire gli obiettivi intermedi con un occhio privilegiato ai carburanti sintetici, gli efuels che la Germania vorrebbe imporre. O, quantomeno, vorrebbe far preferire ai biocarburanti su cui, invece, ha puntato fortissimo l’Italia. Dove non ha potuto il buon senso, c’è riuscita la realtà. I licenziamenti incombono, nell’automotive tedesco.

L’elmetto non basta ad assorbire i licenziamenti

La riconversione bellica non potrà assorbire tutti i lavoratori presumibilmente in uscita. I conti sono presto fatti. Armin Papperger, Ceo di Rheinmetall, ha parlato della possibilità di “arruolare” nelle sue fabbriche ben 70mila operai. Peccato, però, che dall’automotive ne vengano dati in uscita addirittura 100mila. Adesso la palla passa nel campo dell’Unione europea. Per Ursula von der Leyen non sarà facile indorare la pillola agli amici e alleati socialisti e verdi. I mal di pancia, a sinistra, diventano sempre più forti. Ma la nuova dottrina della Germania sull’auto e sul motore termico costringe tutti a rivedere i propri piani. Contestualmente la polemica la colpisce pure da destra.

La Lega incalza

La Lega, insieme ai colleghi del gruppo Patriot, infilza la presidente della Commissione Ue: ““Alla fine, sull’asse Berlino-Bruxelles, è arrivato il più classico dei corto circuiti. Sullo stop ai motori termici, Merz fa marcia indietro, abbandonando la linea ideologica di von der Leyen, compagna di partito del Cancelliere. Si va verso una soluzione di buon senso, per la quale la Lega si batte da sempre. Meglio tardi che mai, se non fosse che l’enorme danno per il settore auto è già fatto. Ora aspettiamo la proposta di revisione del regolamento, annunciata dalla stessa von der Leyen. Urgono misure urgenti ed efficaci”.


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