Attualità

LA GHIGLIOTTINA – Se il pasticciere fa un pasticcio e dice una… cassata

di Frida Gobbi -


Iginio Massari, celebre chef e pasticciere va all’attacco della cassata, orgoglio siciliano e nazionale. Famoso per le sue colombe più o meno pasquali, Massari ha definito all’Expocook la cassata “un dolce poco esportabile per il suo sapore troppo dolce”. Una provocazione insopportabile, a maggior ragione che il dolce siciliano di origini arabe è molto apprezzato anche a Pasqua. Tra gli esperti poi c’è chi fa presente che la cassata che si produce oggi è molto diversa da quella di un tempo, quando la proporzione di zucchero era di 900 grammi per un chilo di ricotta. Oggi la ratio è di massimo 350 grammi di zucchero per lo stesso quantitativo di ricotta. Quando Massari dice che per il suo elevato tasso di zucchero la cassata non è esportabile viene smentito dai fatti. A Palermo le pasticcerie più note hanno ordini su tutto il territorio nazionale e in alcuni casi hanno spedito i loro dolci anche oltreoceano, fino a New York. Non possimo quindi non pensare al fatto che Pasqua si avvicina e che ognuno voglia vendere i suoi prodotti. Insomma, la quantità di zucchero e quanto certi dolci incontrino o meno il gusto internazionale a nostro avviso c’entrano poco.

La cassata è buona ed esportabile, altro che

Però ci permettiamo di dire – de gustibus – che la cassata è un dolce buonissimo, che ci ricollega alla tradizione araba e mediterranea e ci fa sentire un tutt’uno con tutti. Se poi è troppo dolce, pazienza. L’importante è sapersi regolare (anche con certe uscite).


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