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La politica dell’ex dem Poziello sotto l’ombrello della camorra: 25 arresti a Giugliano

di Giorgio Brescia -

L'ex sindaco arrestato


Venticinque arresti, 20 in carcere e 5 ai domiciliari: la politica all’ombra della camorra nei palazzi del Comune di Giugliano in Campania, un centro di oltre 120mila abitanti in provincia di Napoli. Un patto incondizionato stretto tra il 2015 e il 2020 da un politico, l’allora sindaco Antonio Poziello (aveva cercato di ricandidarsi anche per la consiliatura in corso in una coalizione civica, che poi perse) con il boss Francesco Mallardo, a capo del clan omonimo, componente della cosiddetta Alleanza di Secondigliano.

Le accuse ad Antonio Poziello lo dipingono come un primo cittadino asservito dal 2015 al 2020 all’intesa con il clan che condizionava la vita quotidiana della città fino a regolare, in nome della forza della criminalità, anche le controversie tra privati. Durante il suo mandato Poziello – “ribelle dem” lo indicò il quotidiano Il Mattino, aveva vinto le Comunali nel 2015 contro il candidato ufficiale del Pd dopo essersi messo a capo di un cartello di civiche a causa dello stop del Pd che gli aveva frenato la corsa dopo la vittoria alle Primarie per una sua pendenza giudiziaria relativa ad una vicenda occorsagli da dirigente della Regione Campania – avrebbe versato al boss Francesco Mallardo somme di denaro provenienti dalla corruzione, promettendo anche l’aggiudicazione di appalti a ditte vicine alla camorra, in uno scambio continuo di favori, protezione e la garanzia di voti.

Secondo la ricostruzione dell’Antimafia sulla scorta delle indagini condotte dal Ros dei carabinieri, Poziello e il boss Mallardo avrebbero avuto anche un accordo per il sostegno durante l’ultima tornata elettorale, poi persa. Stando agli inquirenti, Mallardo avrebbe promesso voti in cambio di 10mila euro versati da Poziello, assicurando la successiva gestione clientelare dell’amministrazione comunale di Giugliano adottando atti amministrativi rispondenti agli interessi economici del clan: nella partita anche un ex assessore al fianco di Poziello, pure lui arrestato.

I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, delitti aggravati in quanto sarebbero stati commessi avvalendosi del metodo mafioso e con la finalità di agevolare le attività del clan Mallardo, operante sul territorio di Giugliano in Campania e nelle zone limitrofe.

Il boss alimentava con tutte le attività illecite – sotto il controllo di questo patto criminale le case popolari di Casacelle, le opere stradali, i parcheggi a pagamento – la “cassa comune” del clan, gestita per il sostentamento degli affiliati, di quelli finiti in carcere e dei loro familiari.

Poziello è stato recentemente coinvolto in un altro affair giudiziario su un appalto di rifiuti che ha inguaiato, facendola traballare l’amministrazione di centrosinistra appoggiata dai 5Stelle che gli è succeduta, a partire dal dem Nicola Pirozzi, pure lui indagato, che si è autosospeso dal Pd.


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